– L’apertura a Oliverio: «Il suo programma è apprezzabile»LAMEZIA TERME Nessuna fusione con il Nuovo centrodestra. L’Udc calabrese punta i piedi e invia a Lorenzo Cesa un documento in cui viene ribadita contrarietà all’ipotesi di un matrimonio con gli alfaniani, sulla scia di quanto successo alle ultime elezioni europee. Non ci sarà una lista unica, insomma. L’Udc presenterà agli elettori calabresi il proprio simbolo. All’interno di quale coalizione si vedrà. Al termine del comitato politico regionale l’unica defezione che conta alla linea indicata dal segretario Gino Trematerra è quella di Franco Talarico. L’attuale presidente del consiglio regionale e i suoi fedelissimi rimangono dell’idea che questo sia il tempo per accelerare sulla strada del progetto neocentrista con il Nuovo centrodestra.
Forte del sostegno di Cesa, Talarico ha provato a forzare la mano ma si è trovato di fronte un muro. Sulle posizioni di Trematerra sono infatti attestati tutti i consiglieri regionali uscenti. Talarico ha in mano già un accordo con Gentile e gli altri big di Ncd ma ciò non è bastato per convincere Dattolo e soci della bontà dell’operazione. Con una punta di malizia c’è chi non manca di far notare che questa è una data da cerchiare in rosso sull’agenda dell’Udc. Per la prima volta dopo nove anni di comuni battaglie politiche, le intenzioni di Franco Talarico e quelle di Michele Trematerra sono divergenti. Quest’ultimo continua a vedere come fumo negli occhi la possibilità di correre nella stessa lista con Gentile. È abbastanza chiaro che l’eventuale lista Ncd-Udc potrebbe conquistare, nelle migliore delle ipotesi, un solo seggio nella circoscrizione di Cosenza. Ciò significa che uno tra Gentile e Trematerra rimarrebbe tagliato fuori dal nuovo consiglio regionale a 30 componenti.
Ma oltre a dovere fare i conti con le spaccature interne, l’Udc è ancora alla ricerca di una collocazione politica. La maggioranza dei big sarebbe favorevole a un accordo con il Pd ma sui centristi pesano i veti dell’area renziana, che non vuole stringere patti con chi ha avuto ruoli di responsabilità nella giunta Scopelliti. «Ci troviamo davanti al paradosso – ragiona uno dei colonnelli dello Scudocrociato – che gli ex pci sono favorevoli ad allargare il perimetro del centrosinistra mentre i moderati del Pd ci chiudono le porte».
Confermare l’alleanza con il centrodestra, allora, potrebbe essere la scelta meno rischiosa, ma tra i dirigenti dell’Udc serpeggia un certo malumore per come si è arrivati all’indicazione di Wanda Ferro. Nulla da dire sulle «indubbie capacità» dell’ex presidente della Provincia di Catanzaro, dubbi residuano invece «sul diktat partito da Arcore». Un prendere o lasciare che all’Udc non hanno ancora digerito. Chissà se l’orientamento resterà lo stesso se dal Nazareno dovesse arrivare una risposta di totale chiusura rispetto a un accordo con i dem.
Antonio Ricchio
a.ricchio@corrierecal.it
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