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Cala il sipario sull'Udc

di Antonio Ricchio   C’era una volta l’Udc. C’era una volta un partito – Regionali del 2010 – capace di conquistare poco meno del 10% dei consensi ed eleggere sei rappresentanti in consiglio r…

Pubblicato il: 19/10/2014 – 18:52
Cala il sipario sull'Udc

di Antonio Ricchio

 

C’era una volta l’Udc. C’era una volta un partito – Regionali del 2010 – capace di conquistare poco meno del 10% dei consensi ed eleggere sei rappresentanti in consiglio regionale. Quattro anni dopo di quella gioiosa macchina da guerra è rimasto quasi nulla. Roberto e Mario Occhiuto sono volati in Forza Italia. Mario Tassone ha rifondato il Cdu. Pasquale Tripodi ha preferito puntare sul Centro democratico di Tabacci. La novità, clamorosa, delle ultimissime ore, riguarda lo strappo di Gino e Michele Trematerra. Padre e figlio sono ai saluti finali con Lorenzo Cesa. Il nuovo approdo sono Forza Italia e la coalizione guidata da Wanda Ferro, che proprio ieri l’altro ha chiuso le porte a chi (vedi Ncd e Udc) sogna di trovare un’intesa col Pd. «Non andiamo via, rimaniamo dove siamo sempre stati ovvero nella coalizione alternativa al centrosinistra», è l’unica battuta strappata a Trematerra junior.

Si narra che dietro il (ri)avvicinamento dei Trematerra al centrodestra ci sia lo zampino degli Occhiuto. Il grande gelo tra le due famiglie è durato soltanto alcuni mesi. E adesso il dialogo è ripreso anche perché alla base c’è un obiettivo comune: costruire un argine al potere dei fratelli Pino e Tonino Gentile. Altro particolare di poco conto: nel centrosinistra ci sarebbe pure la volontà di allargare il perimetro della coalizione ma a patto che nessuno degli assessori uscenti venga ricandidato. Trematerra è convinto di aver fatto bene nel corso di questa legislatura e per questo vuole giocarsi le sue carte fino in fondo.

Per lunedì mattina Cesa ha convocato a Roma quel che rimane del suo partito. All’appuntamento non si presenteranno né il segretario regionale, né l’assessore regionale all’Agricoltura. Ci andrà, invece, Franco Talarico, che dopo essere stato il più fedele alleato di Peppe Scopelliti in questa legislatura, adesso ha stretto un patto di ferro con Tonino Gentile e gli altri big del Nuovo centrodestra.

Il viaggio nella Capitale dovrebbe rappresentare l’ultima tappa di un giro estenuante di trattative politiche che hanno riservato più dolori che gioie all’Udc. «Speriamo che il nostro segretario nazionale – commenta amaro Ottavio Bruni – capisca che dovremmo pure dedicarci alla campagna elettorale sul territorio e non solo ai vertici nelle segrete stanze». Il segretario nazionale comunicherà l’esito del lungo giro di consultazioni romane, dopodiché si tireranno le somme. Alfonso Dattolo ha già fatto sapere che in caso di lista unica con Ncd lui non ci sarà. E quello di creare un unico contenitore politico – “Popolari per la Calabria”, è il nome scelto – pare essere proprio l’obiettivo a cui lavorano tanto Cesa quanto l’alfaniano Gaetano Quagliariello. Che da Reggio Calabria ha puntato il dito contro Forza Italia: «Il centrodestra non ha voglia di vincere. Su di noi sono stati piazzati dei veti assurdi». Al di là delle dichiarazioni bellicose, cresce il panico tra i centristi. La legge elettorale impone alle coalizioni di conquistare almeno l’8% dei voti per accedere alla ripartizione dei seggi. Una soglia che fino a poco tempo fa sarebbe stata raggiunta senza particolari patemi ma che oggi, complici le ultime defezioni, non sembra essere proprio a portata di mano.

Per tutta la domenica, comunque, si sono rincorse le voci più disparate. Compresa quella di un possibile accordo tra Ncd, Udc e il centrosinistra di Mario Oliverio. «L’ho detto e lo ripeto: io non cedo a nessun ricatto. Non andrò a fare campagna elettorale con chi ha sostenuto ogni scelta di Scopelliti», è la replica dell’aspirante governatore dei dem.

Chi non sarà proprio della partita è invece Daniele Rossi. Il presidente di Confindustria Catanzaro ha declinato con un cortese ma fermo «no, grazie» l’offerta fattagli recapitare nelle scorse ore da alcuni emissari dell’Udc. Il giovane imprenditore, che vanta un personale rapporto di amicizia con Pier Ferdinando Casini, non intende avere un diretto coinvolgimento nella politica attiva. Almeno in questa fase. «Per il resto si vedrà», si lascia scappare Rossi. Che anche ieri è stato in giro per promuovere il suo movimento “La Calabria che rema”. Quanto all’Udc, siamo ai titoli di coda. Gianluca Gallo prova a buttarla sull’ironia: «Consiglierei al segretario Cesa di vedere, se non l’ha mai fatto, il film “Tesoro, mi si sono ristretti i ragazzi”. Potrebbe tornargli utile…».

Twitter: @AntonioRicchio

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