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L’accordo Ncd-Udc blinda Renzi

di Antonio Ricchio   Formalmente non c’è una fusione tra i due partiti. Sostanzialmente è la conferma che tra Ncd e Udc c’è ormai una piena simbiosi. In Calabria i due partiti si presenteranno…

Pubblicato il: 20/10/2014 – 21:57
L’accordo Ncd-Udc blinda Renzi

di Antonio Ricchio

 

Formalmente non c’è una fusione tra i due partiti. Sostanzialmente è la conferma che tra Ncd e Udc c’è ormai una piena simbiosi. In Calabria i due partiti si presenteranno agli elettori mantenendo i loro simboli ma dando vita a uno schieramento centrista alternativo a quelli rispettivamente guidati da Pd e Forza Italia. Il candidato a presidente verrà scelto nelle prossime ore. L’orientamento che circola è quello di affidare la guida della mini-coalizione a una personalità con esperienza e che non abbia come obiettivo primario quello di conquistare un seggio in consiglio regionale.
Già, perché la legge elettorale calabrese, da questo punto di vista, non lascia spazio a molte speranze: a Palazzo Campanella approda soltanto il miglior perdente tra i candidati a governatore. Tutti gli altri restano fuori. Il problema, semmai, per Ncd e Udc è quello di riuscire a superare il quorum – fissato all’8% per le coalizioni e al 4% per le singole liste – per accedere alla ripartizione dei seggi. E la scelta di non replicare l’esperimento dell’Emilia Romagna – dove Ncd e Udc corrono sotto le insegne di un’unica lista, quella dei “Popolari per l’Emilia Romagna” – risponde proprio all’esigenza di massimizzare i consensi e garantire ai colonnelli maggiori possibilità di elezione.
L’accordo, più per necessità che per scelta, è stato raggiunto nella tarda serata di ieri a Roma. Nella sede del Nuovo centrodestra, a due passi da via del Tritone, si sono ritrovati i vertici nazionali e calabresi dei due partiti. La soluzione trovata fa tirare un sospiro di sollievo anche ai vertici del Nazareno. Evitate rotture traumatiche che avrebbero potuto mettere a repentaglio la tenuta del governo Renzi in Senato (Gentile e gli altri tre senatori calabresi sono determinanti per assicurare la maggioranza a Palazzo Madama), rimane in piedi il discorso di un allargamento del centrosinistra magari a partire dal giorno dopo le elezioni. Mario Oliverio non dichiara nulla al riguardo, sottovoce qualcosa la dicono alcuni tra i big del Pd calabrese: «Lavoriamo per vincere le elezioni. Quanto al resto, vedremo in Aula se ci sarà la possibilità di allargare il perimetro della nostra coalizione, replicando in Calabria lo stesso schema che a Roma sostiene il governo».
Certo, per Ncd e Udc si tratta di una sfida piena di incognite dopo la prova del nove, superata per un soffio, delle ultime Europee. Diversi dirigenti di peso delle due compagini (vedi Scopelliti e Trematerra) hanno intrapreso altre strade. Il coordinatore calabrese degli alfaniani Tonino Gentile, che non avrebbe disdegnato nemmeno un riavvicinamento a Forza Italia e Silvio Berlusconi, ostenta sicurezza: «Il bipolarismo muscolare ha prodotto vent’anni di macerie in Calabria. La nostra autonomia è un valore per questa regione. Noi non siamo profughi alla ricerca di approdi sicuri ma dirigenti che hanno senso di responsabilità». Con lui concorda Franco Talarico, presidente del consiglio regionale, tra i più strenui sostenitori della costruzione di un nuovo soggetto politico moderato.
Il 24 novembre sapremo se l’esperimento è riuscito.

Twitter: @AntonioRicchio

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