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Campanella, Falzea: «La nota della Regione mi lascia basito»

CATANZARO «La nota della giunta pubblicata sul sito della Regione mi lascia basito. È la prima volta che assisto a una richiesta di dimissioni di qualcuno che sta facendo con scrupolo il suo d…

Pubblicato il: 25/10/2014 – 15:19
Campanella, Falzea: «La nota della Regione mi lascia basito»

CATANZARO «La nota della giunta pubblicata sul sito della Regione mi lascia basito. È la prima volta che assisto a una richiesta di dimissioni di qualcuno che sta facendo con scrupolo il suo dovere gestendo una situazione difficilissima che è stata creata dall’insipienza di chi ha assunto decisioni scellerate nei confronti della fondazione». È quanto afferma in una nota  il presidente della fondazione “Tommaso Campanella”, Paolo Falzea. «Oltretutto – prosegue l’interessato – le procedure di licenziamento non rientrano nelle competenze del direttore generale, che ha voluto comunque condividerle mettendoci la faccia. Si è attirato, per questo, il malcontento di chi le ha subite solo per la sua correttezza istituzionale, rendendosi conto che esse, soprattutto dopo il trasferimento delle unità operative non oncologiche, erano diventate un atto dovuto non più procrastinabile».
Per quanto riguarda l’invito rivolto a me a revocare i licenziamenti – continua Falzea – prima di rispondere faccio una premessa, perché ritengo occorra essere chiari nei confronti dei lavoratori, che meritano il massimo rispetto e non possono essere presi in giro prospettandogli soluzioni impraticabili solo per tenerli calmi. I problemi della fondazione sono due e ben distinti, hanno cause diverse e richiedono soluzioni distinte che è bene non confondere».
«La situazione debitoria causata dal mancato versamento da parte del socio Regione del fondo di dotazione iniziale e dalla scelta scellerata, assunta senza rendersi conto delle conseguenze che avrebbe determinato nonostante le decine di lettere che ho inviato a tutti prospettando i rischi, di ridurre dall’oggi al domani i finanziamenti da 40 a 10 milioni di euro senza consentire alla fondazione di ridurre i costi mantenendo gli stessi posti letto. La soluzione, già individuata d’intesa con la dottoressa Stasi, è la transazione nell’ambito del giudizio proposto dalla Fondazione contro la Regione per oltre 100 milioni di euro con il pagamento da parte della regione di 29 milioni di euro. Prendo atto con soddisfazione che sono in arrivo le risorse che consentiranno la copertura finanziaria della transazione. Se così fosse, si eviterà la messa in liquidazione dell’ente, e soprattutto si consentirà alla fondazione di gestire il centro oncologico senza dovere fronteggiare ogni giorno i pignoramenti, ritardare il pagamento degli stipendi, elemosinare la fornitura di farmaci».
«Revocare oggi, che la fondazione non ha i soldi per pagare questi dipendenti con un budget di 10 milioni e costi per il personale 1di 4 milioni, nonostante i licenziamenti del personale in esubero – sostiene ancora Falzea – significa fare un danno erariale e porre in essere un comportamento che potrebbe integrare gli estremi del reato di bancarotta. Poiché ritengo che la giunta non voglia indurmi a fare un danno erariale o a commettere un reato, devo interpretare l’invito come diretto a presentare alla struttura commissariale un progetto di incremento delle attività della fondazione che consenta il recupero di tutto personale in esubero e, una volta messo nelle condizioni di avviare tale attività – conclude – reintegrare i dipendenti». 

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