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INSUBRIA | Il battesimo criminale

REGGIO CALABRIA «Fino a ieri era Minofriu, Misgrizzi e Misgarru! Oggi è Garibaldi, Mazzini e La Marmora». È quando ascoltano i riferimenti della copiata (la carta d’identità criminale di ogni ‘ndrang…

Pubblicato il: 18/11/2014 – 14:51
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INSUBRIA | Il battesimo criminale

REGGIO CALABRIA «Fino a ieri era Minofriu, Misgrizzi e Misgarru! Oggi è Garibaldi, Mazzini e La Marmora». È quando ascoltano i riferimenti della copiata (la carta d’identità criminale di ogni ‘ndranghetista) che i carabinieri del Ros di Milano – impegnati nell’indagine “Insubria” – si rendono conto di aver filmato per la prima volta una delle riunioni di un settore d’élite nella gerarchia delle ‘ndrine: la società maggiore. Una struttura messa a nudo dagli investigatori in uno dei momenti più riservati: la distribuzione delle cariche fra gli affiliati. Una sorta di battesimo criminale, celebrato nel nome di due generali dell’esercito risorgimentale italiano, che va in scena non in una grotta dell’Aspromonte, ma a Castello Brianza, nel cuore della Lombardia. Tra i fiori distribuiti c’è anche quello di santista consegnato a Giovanni Buttà, da quel momento autorizzato a mantenere i contatti con politici, forze dell’ordine, magistrati e “regolari”. Contatti – tessuti sempre nell’interesse dell’organizzazione – ma preclusi ai comuni affiliati. Un cambiamento ratificato dalla formula con cui Buttà riceve l’investitura «in nome di Garibaldi, Mazzini e La Marmora passo la mia prima, seconda e terza votazione sul conto di Buttà Giovanni. Se prima lo conoscevo di un saggio fratello fatto e non fidelizzato, da questo momento lo conosco per un mio saggio fratello… di dividere con lui tutto e per tutto, sangue, centesimo per centesimo, millesimo per millesimo… eh… come è da oggi riconosciuto da tutti, come prescrivono le regole sociali». Un cambiamento che – gli spiegheranno Antonino Mercuri, Bartolomeo Mandaglio e Michelangelo Panuccio, che gli hanno concesso l’investitura – comporta un cambiamento radicale delle “regole di comportamento”: «Ci sono due strade… oggi, da questo momento in avanti, non vi giudicano gli uomini… si ‘n cesti cosa (se succede qualche problema, ndr) vi giudicate da solo! Ci sono due alternative. Se, facendolo, nella vita nostra ci sarà una trascuranza grave, non devono essere i fratelli vostri a giudicarvi. Dovete essere voi a sapere che avete fatto la trascuranza. Vi giudicate voi quale strada dovete seguire». Deve essere lo stesso santista a decidere se il proprio comportamento ha pregiudicato “la società”, per questo il giuramento avviene di fronte a un’arma e una pastiglia di cianuro, entrambi gli oggetti sono carichi di valore simbolico, che rappresentano le modalità con cui il santista potrà scegliere di morire: mediante un colpo di pistola («quanti colpi ha in canna, ne dovete riservare sempre uno»), mediante una pastiglia di «cianuro» ovvero lanciandosi nel vuoto. «Questa – dice Mercuri a Buttà indicando la pistola, si porta per guardarvi… vi guardate voi e per guardare a … ai saggi fratelli. Vedete qua ne ha … quanti colpi ha in canna, ne dovete riservare sempre uno! Se, casomai, non ce la fate a fare una cosa … quello è per voi! Che non si cada nelle mani di… dei cosi».

 

Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it