di Antonio Ricchio
L’obiettivo è quello di «far recuperare efficienza alla macchina amministrativa». Ma ciò che serve in parallelo è «ridare una dimensione etica della politica». Gli veniva chiesto un intervento chiarificatore sulla querelle – ormai diventata ciclica in Calabria – della doppia sede della Regione. E Mario Oliverio, dopo aver evitato il gioco delle sortite estemporanee, se n’è uscito mercoledì da Palazzo Alemanni con un’indicazione precisa. Una riflessione che mette a tacere ogni ipotesi di stravolgere gli assetti conosciuti finora: «Per fare quello di cui abbiamo discusso e tutto il resto di cui c’è bisogno, è necessario che la macchina regionale sia efficiente, superando le lotte campanilistiche per un simbolo, per un pennacchio. A partire dalla giunta, passando per il consiglio regionale, che tornerà a svolgere un ruolo centrale nella vita amministrativa, fino ad arrivare ai singoli dipartimenti e ai dirigenti».
Dunque, non ci sarà nessun derby tra Catanzaro e Reggio Calabria. Se è vero che ormai è prossimo il trasferimento di tutti gli uffici del capoluogo nella Cittadella di Germaneto, è anche vero che l’Astronave in riva allo Stretto continuerà a mantenere intatte le funzioni finora svolte.
Non è un caso che Oliverio abbia voluto spezzare sul nascere ogni tipo di ipotesi alternativa sulla questione. Sa bene, il nuovo governatore, che in questa fase di tutto c’è bisogno tranne che di riaccendere antichi focolai di tensione. Meglio concentrarsi su altro, insomma. E in questo senso Oliverio intende spingere a tutta sull’unificazione dei bilanci di giunta e consiglio regionale. «I due enti – non si stanca di ripetere il nuovo inquilino di Palazzo Alemanni – non dovranno più ragionare come entità distinte ma dovranno invece interloquire e collaborare più di quanto hanno fatto finora.
Per farlo servirà cambiare radicalmente squadra e modus operandi. Oliverio non si è per nulla pentito di un’uscita che qualcuno, tra i suoi collaboratori, ha giudicato «troppo dura», ovvero della richiesta inviata ai dirigenti a rimettere il loro mandato nelle mani della nuova amministrazione regionale. «Non si tratta – mette in chiaro il nuovo capo dell’esecutivo – di occupare posti dirigenziali con persone scelte sulla base di amicizia e affinità politica: ci tengo a mettere in chiaro che il metodo di selezione saranno solo ed esclusivamente la competenza e le capacità specifiche».
Già, perché più che sui «pennacchi», la vera partita si gioca proprio su questo terreno.
Twitter: @AntonioRicchio
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