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«Il parco eolico del Reventino sarebbe una minaccia per il territorio»

LAMEZIA TERME Anche “Slow food” dice “no” al parco eolico sul Raventino. Il proposito di costruire l’infrastruttura, ha detto Marisa Gigliotti, referente del progetto “Appennino-Stati generali delle…

Pubblicato il: 15/12/2014 – 12:26
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«Il parco eolico del Reventino sarebbe una minaccia per il territorio»

LAMEZIA TERME Anche “Slow food” dice “no” al parco eolico sul Raventino. Il proposito di costruire l’infrastruttura, ha detto Marisa Gigliotti, referente del progetto “Appennino-Stati generali delle Comunità” di Slow food, sarebbe infatti «in netta controtendenza rispetto a quanto concepito nel nostro progetto e più in generale con l’interesse del paesaggio in questione. Le pale eoliche – ha detto Gigliotti entrando nel dettaglio – sotto forma di agglomerati imponenti di parchi eolici, che sono sorti negli ultimi anni in altri contesti, e quelle che sono in progetto sul massiccio del Reventino, sono infatti una minaccia da combattere, in nome dei diritti degli abitanti, dell’art.9 della Costituzione, della conferenza europea per il paesaggio e del Codice dei Beni culturali e Archeologici».
«La prevalente boscosità dei rilievi annovera imponenti estensioni di castagneti da frutto, e appartiene storicamente e non solo paesaggisticamente all’economia locale. L’intero massiccio del Reventino si distingue nel panorama regionale per la sua forza identitaria, che ha visto interagire le forme evolutive della natura e di quelle modificatrici dell’uomo. Entrambe, sono convissute senza gravi conflitti».
«Questo equilibrio, già minacciato dai fenomeni di spopolamento che interessano l’intero Appennino e dai recenti attacchi del cinipide – ha continuato la referente della condotta di Soverato – sarebbe in maniera irreversibile minacciato dai parchi eolici, in palese conflitto con l’area e con gli interessi economici che consentono la permanenza delle popolazioni dell’area».
«La nostra opposizione al parco eolico mira alla salvaguardia del sistema del Reventino, già candidato a parco naturalistico, e soprattutto mira – ha detto ancora l’interessata – a ristabilire un coinvolgimento delle popolazioni locali su qualsiasi proposta che modifica in maniera così sostanziale il sistema paesaggistico, economico e storico dell’area. Siamo consapevoli che è necessaria una diversa prospettiva in cui la montagna riacquisti una nuova centralità nel panorama nazionale e regionale con le sue risorse, con i suoi paesaggi, anche con nuove forme di economia che non siano però in contrasto con il sistema consolidatosi storicamente e che non siano funzionali – conclude – ad altri disegni economici e speculativi che nulla hanno a che fare con il territorio». 

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