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Cantafora, omelia di Natale per gli "ultimi" e per chi è vessato dalla 'ndrangheta

LAMEZIA TERME «Vorremmo che gli angeli, che annunciano ai pastori la nascita del Signore, si recassero stanotte, anche da chi oggi è ultimo, abbandonato ed emarginato. Vorremmo che questi angeli ap…

Pubblicato il: 25/12/2014 – 9:51
Cantafora, omelia di Natale per gli "ultimi" e per chi è vessato dalla 'ndrangheta

LAMEZIA TERME «Vorremmo che gli angeli, che annunciano ai pastori la nascita del Signore, si recassero stanotte, anche da chi oggi è ultimo, abbandonato ed emarginato. Vorremmo che questi angeli apparissero a chi è sconfortato e sfiduciato, a chi ha perso il lavoro, a chi ha perso la propria famiglia. Vorremmo che questi angeli si recassero da chi soffre le vessazioni della ‘ndrangheta». Così il Vescovo di Lamezia Terme monsignor Luigi Cantafora nel corso della celebrazione della messa della notte di Natale che come di consueto è stata celebrata in cattedrale.
«Il mistero del Natale – ha ricordato il vescovo nell’omelia – ci commuove perché dice la realtà di ciò che siamo: siamo tenebra e attendiamo la luce; siamo deboli e attendiamo nuova forza. Siamo peccatori e abbiamo bisogno del perdono. Siamo in guerra e attendiamo la pace. Siamo uomini e abbiamo bisogno di Dio. Per questo, il Natale ci stupisce e ci sorprende sempre, perché in quel Bambino c’è la risposta di Dio all’umanità». Al centro della meditazione del vescovo lametino, la gioia che scaturisce dall’evento di «Dio che scende sulla terra: una gioia che penetra come luce, nelle tenebre delle tristezze e delle solitudini umane. Troviamo gioia – ha detto – nei canti che sentiamo risuonare in questo tempio e in tutte le chiese – ha proseguito il presule – e questi canti risuonano in mezzo al dolore, in mezzo al deserto. Risuonano nei letti degli ospedali, nelle famiglie stanche per le fatiche di tutti i giorni.  La gioia di questi canti risuona ancora dove si vorrebbe invece far prevalere la notte e la morte.  Eppure una luce è sorta e niente può spegnerla o intaccare la forza del suo calore. Questa gioia risuona ancora nei luoghi dove si è sofferto e si continua a soffrire».
A quanti non hanno più forza per andare avanti – ha concluso Cantafora – gli angeli ancora questa notte dicono: Cristo è nato. È questo il messaggio che la Chiesa proclama attraverso la bocca di tutti i credenti. Non restiamo muti, non spegniamo la luce. Gli angeli che il Signore invia questa notte in questa città, siamo noi».
A conclusione della celebrazione, Cantafora ha rinnovato gli auguri a tutta la diocesi in particolare ai bambini, alle persone sole e a quanti soffrono nel corpo e nello spirito. Il Vescovo di Lamezia ha inoltre trasmesso nel pomeriggio di ieri, tramite il canale YouTube della diocesi, un messaggio di auguri nel quale ha rinnovato l’appello alla comunità lametina a «passare dalla logica chiusa dell’io alla grammatica del noi” e «a stupirci di fronte al Bambino Gesù in cui si rende visibile l’amore gratuito del Padre, attraverso il quale noi impariamo la fraternità, la grammatica del bene comune. Una città che mette al centro il bene comune, è una città – ha concluso – che va verso la prosperità».

 

 

 

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