Una commissione d'inchiesta sul caso Ferro
Ritorno su una vicenda di cui si è interessata ampiamente la stampa nazionale e locale senza, a mio avviso, sottolinearne il dato essenziale. Nelle ultime elezioni per il rinnovo del presidente della…
Ritorno su una vicenda di cui si è interessata ampiamente la stampa nazionale e locale senza, a mio avviso, sottolinearne il dato essenziale. Nelle ultime elezioni per il rinnovo del presidente della giunta e del consiglio regionale della Calabria del 23 novembre 2014, si è votato con una nuova legge elettorale che modificava quella precedente. Tra la “rivisitazione” anche la norma, in vigore da sempre non solo in Calabria ma in tutte le altre regioni, che prevedeva l’entrata in consiglio regionale del “candidato” alla presidenza della giunta “migliore perdente”.
Alcuni consiglieri regionali hanno dichiarato che questa norma non sarebbe stata votata dall’assemblea regionale ma introdotta “successivamente” e “surrettiziamente”. A questo punto la storia non interessa solo la candidata esclusa Wanda Ferro, persona che stimo, ma investe direttamente la Calabria tutta e il Paese. Se tutto questo dovesse risultare vero, ci troveremmo di fronte a un fatto di inaudita gravità. Non può riguardare solo la magistratura amministrativa adita dalla Ferro, ma pone delle questioni istituzionali e politiche ben precise. Non si può ridurre il tutto a una “querelle” post elettorale fra contendenti. Di fronte a casi di questo genere cosa si fa? Si costituisce una commissione di inchiesta del consiglio regionale neo-eletto per accertare gli eventuali “manipolatori” non di un atto amministrativo ma addirittura di una norma di legge. La stessa commissione bicamerale per le questioni regionali potrebbe operare, intanto, attraverso una indagine conoscitiva? Si perseguono senza sconti gli amministratori dei piccoli Comuni anche per piccole omissioni, si sciolgono i Comuni per infiltrazione della criminalità organizzata e per i suddetti fatti non sarebbe opportuno accertarne la veridicità e gli eventuali responsabili? Dicevamo, è interesse non solo dei calabresi. Se non si fa chiarezza si continuerà a “vivere” in un precariato morale senza fine e in una inanità sconfortante a fronte la complessità dei problemi.
*Segretario nazionale Cdu