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Vibo, una tenda verde contro la precarietà

VIBO VALENTIA Sotto il tendone allestito alla buona in piazza Martiri d’Ungheria, ci sono davvero tutti. Dipendenti della Provincia e di aziende come Italcementi, Saipem, Gam oil e Infocontact, pes…

Pubblicato il: 28/02/2015 – 14:26
Vibo, una tenda verde contro la precarietà

VIBO VALENTIA Sotto il tendone allestito alla buona in piazza Martiri d’Ungheria, ci sono davvero tutti. Dipendenti della Provincia e di aziende come Italcementi, Saipem, Gam oil e Infocontact, pescatori, perfino, si affollano a decine sotto Palazzo Luigi Razza. I primi, forti dell’impiego “sicuro”, si sono visti cadere la terra sotto i piedi a seguito dei tagli che hanno ridimensionato le sorte di una miriade di enti. Gli altri sono le maestranze degli “spettri del territorio”, chiusi perché considerati poco redditizi rispetto ad altri stabilimenti – come nel caso della cemententeria e la Saipem di Vibo Marina – o caduti sotto il peso del fallimento, come la Gam oil di Rombiolo. C’è poi il caso a parte degli operatori Infocontact di Serra e Stefanaconi, che lamentano l’impossibilità di far fronte ai trasferimenti verso la sede di Lamezia decisi negli ultimi giorni dai nuovi vertici aziendali. Gli ultimi, i pescatori che provengono prevalentemente da Nicotera, non possono sopportare le «troppe restrizioni», che non consentono loro di rientrare nelle spese: dai veti imposti sulla pesca del novellame al fermo biologico.
Motivazioni diverse, i cui effetti sono però comuni, e riguardano la difficoltà di far fronte alle spese proprie e della propria famiglia o, nel caso dei giovani, di “farsi un futuro”. Frase ormai obsoleta, ma che in provincia di Vibo, dove le fabbriche sono via via scomparse lasciando spazio a un territorio privato di migliaia di posti di lavoro, ha davvero un peso: «Siamo costretti a spostarci, il territorio sta morendo», dice una ragazza. «Eppure – chiosa – anche qui il lavoro deve essere un diritto».
La tenda, precaria come le sorti degli inquilini provvisori che la abitano in questi giorni, diventa un modo come un altro per dire “ci siamo” a chi, sordo alle sollecitazioni piovute negli ultimi anni, ha sempre risposto picche a chi chiedeva misure urgenti allora e ancora di più adesso. Palazzo Luigi Razza il tendone verde coperto di slogan in rosso, lo copre per metà da qualunque angolazione lo si guardi. Chissà se per il sindaco Nicola D’Agostino e la sua giunta, che non sembrano mai essere stati raggiunti dalle numerose sollecitazioni verbali, sarà un buon promemoria. 

z. b.

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