Le vere pari opportunità? Sono scritte nel Corano
Ma sappiamo davvero tutto delle donne musulmane? Cosa dice il Corano della donna e del suo ruolo nella famiglia e nella società islamiche? Sono quasi duecento i versetti del Corano che defi…
Ma sappiamo davvero tutto delle donne musulmane? Cosa dice il Corano della donna e del suo ruolo nella famiglia e nella società islamiche? Sono quasi duecento i versetti del Corano che definiscono con chiarezza status, ruolo e responsabilità della donna. In più punti si afferma che uomini e donne hanno uguali diritti, anche se per alcuni aspetti questa eguaglianza non è perfetta. In ogni caso la “Legge Divina” considera uomo e donna allo stesso modo e attribuisce poi specifiche esigenze e attitudini.
Un approccio equilibrato che comunque non lascia spazio alcuno alla discriminazione della donna, né consente alcuna forma di sopraffazione dal punto di vista individuale, ma anche nella famiglia e nella società. L’Islam riconosce quindi alla donna pieni diritti. Può, a esempio, possedere e disporre delle sue proprietà, vendere e comprare, spendere il suo denaro come meglio crede. La donna che si sposa mantiene il nome della sua famiglia d’origine, non prendendo quello dello sposo. Il profeta Mohammed afferma: “Il migliore tra di voi è quello che è il migliore con la sua moglie”. Nell’Islam la figura materna è molto rispettata. Si legge, infatti, che un uomo giunse dal profeta Mohammed dicendo: “O messaggero di Dio! Chi tra il popolo è la persona più importante?” Il profeta disse: tua madre. L’uomo disse: “E dopo?”. Il profeta disse: tua madre. L’uomo chiese ancora: “E dopo?” Il profeta disse: tua madre. L’uomo chiese ancora: “E dopo?”. Il profeta disse: tuo padre.
Da quanto sopra esposto si può evidenziare che:
Uomini e donne sono uguali, nel rispetto degli insegnamenti islamici; uomini e donne hanno le stesse capacità di tendere alla perfezione; le donne partecipano liberamente alla vita sociale e politica; l’Islam prevede un rispetto particolare alle madri, in particolare per il loro ruolo nella crescita e la formazione dei figli.
Ma la situazione si capovolge con l’avvento del fondamentalismo islamico. I primi segnali del fondamentalismo islamico li troviamo in Egitto nel 1954 con l’ascesa al potere dei Fratelli Musulmani. I fallimenti politici e sociali dei governi egiziani nel corso degli anni, hanno provocato l’affermazione dell’islamismo. Il quale predicava un migliore sistema politico, basato su rigorosi principi islamici, e una serie di nuove idee politiche per valorizzare e dare peso ai ceti medi. C’è poi da aggiungere che la profondissima corruzione del potere politico nei Paesi medio-orientali ha permesso agli estremisti islamici di affermarsi nella società con sempre maggiore vigore.
Il fondamentalismo islamico ha guadagnato consenso popolare dagli anni ’50 in poi, grazie anche al fatto che il mondo arabo non ha mai espresso veri partiti politici e forze sociali in grado di dare voce al dissenso delle classe sociali più deboli: in sostanza alla quasi totalità delle popolazioni che vivevano in condizioni economiche molto gravi.
Così la moschea è diventata un vero e proprio luogo d’incontro e di confronto, e la religione è diventata la forza di affermazione ed espansione dei gruppi islamici che hanno finito per prendere il potere in importanti e strategici Paesi arabi. Come in Iran, dove nel 1979 l’Ayatollah Khomeini diede grande impulso al fondamentalismo diffondendo i suoi sermoni in tutto il Paese, diventando strumento di opposizione per il regime dello Scià di Persia, che è costretto alla fuga. Da allora il fondamentalismo non ha conosciuto battute d’arresto, anzi avanza progressivamente.
La condizione delle donne islamiche si è così fortemente aggravata, ma non è uguale in tutti i Paesi. In alcuni Stati le donne mantengono le condizioni di parità con gli uomini, mentre negli Stati che mirano alla reintroduzione della sharia, le donne sono considerate ad un livello inferiore. Quindi sono subito obbligate ad indossare il burqa, diversamente vengono uccise dai loro padri. Con la sharia, le donne tornano a essere vittime e schiave: agli uomini viene consentito di sposare fanciulle minorenni (e quindi si ammette la pedofilia), viene introdotta la schiavitù infantile e adulta, la violenza sulle donne e il delitto d’onore anche solo per sospetto. La sharia legittima la fustigazione in pubblico, le mutilazioni degli arti, le mutilazioni genitali femminili come l’asportazione del clitoride, e l’infibulazione, mentre la vagina viene parzialmente chiusa. Viene negata la parità in caso di eredità, e nel processo la sua parola vale la metà di quella di un uomo! Ma soprattutto viene cresciuta nella convinzione che è un essere inferiore al maschio, e che il maschio è il prediletto da Allah.
Una grande falsità, visto che il Corano in alcuni passi afferma: “Credenti! Non vi è lecito diventare eredi delle vostre mogli contro la loro volontà. E nemmeno costringerle, per togliere loro una parte di ciò che avete donato loro, a meno che esse non abbiano commesso una turpitudine manifesta. Comportatevi onestamente nei loro confronti. Se avete avversione per loro, è possibile che abbiate avversione per qualcosa in cui Dio ha messo un gran bene”. (Sura 4 verso 19).Le donne musulmane, nei Paesi in mano agli estremisti islamici, subiscono immane violenza, ma non conoscono nemmeno i diritti che la religione concede loro. Eppure Maometto afferma con chiarezza: “La ricerca del sapere è un obbligo per ogni musulmano e ogni musulmana”.
Pertanto, solo l’istruzione, il sapere, l’intelligenza e l’interpretazione autentica del Corano possono restituire alla donna la sua vera dignità e la sua libertà.
*ex parlamentare Pd