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Tanti Lupi e pochi agnelli

Moltissimi sono i commenti sulla vicenda Lupi e le analisi non sono sempre complete. Si dice che la corruzione c’è sempre stata. È vero. Bisogna combatterla decisamente per assicurare al Paese il tri…

Pubblicato il: 25/03/2015 – 10:04
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Moltissimi sono i commenti sulla vicenda Lupi e le analisi non sono sempre complete. Si dice che la corruzione c’è sempre stata. È vero. Bisogna combatterla decisamente per assicurare al Paese il trionfo sugli abbandoni, sulle inerzie, sull’assuefazione a pratiche che ne bloccano lo sviluppo. Ma “i fatti” di questi giorni ripropongono interrogativi rimasti senza risposta. Al di là delle responsabilità dei singoli (ma siamo nella fase dell’accertamento della verità e non si possono con facilità dare giudizi) si avverte una incompiutezza nel sistema Paese nella tutela dei diritti, ma soprattutto nella definizione delle regole e del rispetto di equilibri imprescindibili nella gestione della cosa pubblica. È un vezzo ancora mettere sul banco degli imputati la “burocrazia” e non chi ha ritenuto di non affrontare in modo decisivo problemi che si sono aggrovigliati giorno per giorno.
Qualche anno fa, in presenza della crisi della politica, si affidò ai dirigenti della pubblica amministrazione la responsabilità gestionale e decisionale mentre al “potere” politico rimasero i compiti dell’indirizzo e del controllo (di questo senza averne strumenti reali). E poi con lo spoil system abbiamo complicato realmente le cose rompendo certezze e deteriorando i processi decisionali. E ancora, aver eliminato i controlli di legittimità sugli atti delle amministrazioni locali (Coreco) e sulle regioni, non è stato un contributo a prevenire abusi. Aver dato al ministero dell’Economia surrettiziamente il ruolo che fu del ministero delle Partecipazioni statali con la differenza che quest’ultimo rispondeva al Parlamento della gestione degli enti a partecipazione pubblica, mentre il ministero dell’Economia no.
Ritengo che i numerosi enti sfuggano al controllo degli stessi ministeri di riferimento. E il controllo della Corte dei Conti? Rimane un mistero che bisognerebbe svelare se si intende imboccare il virtuoso percorso della prevenzioni ad abusi ed eclatanti disfunzioni. E poi il problema delle Autorità indipendenti è complesso. Alcune, per dire la verità pochissime, hanno ragion d’essere invece altre sono apparati che sconfinano in atti di “gestione”. Da queste considerazioni si evince che la politica non c’è. È ancillare a poteri sempre più forti che sfuggono a qualsiasi controllo. Quando si sceglie il governo di pochi liquidando gli organi di democrazia rappresentativa tutto può succedere.
Si affermano gruppi di interesse che agiscono indisturbati difronte a un potere politico debole che non accredita ma cerca di accreditarsi gestendo scelte non sue ma di mondi sempre più frastagliati. E l’interesse generale viene sacrificato e la politica sconfitta. Ma tutto questo è destinato a coprire un arco di tempo che si sta esaurendo. Verrà il tempo per ricostruire. E allora sarà necessario possedere saggezza e l’umiltà di riannodare i fili spezzati del rapporto con i cittadini. Beninteso: cittadini, non sudditi. E per questo non servono i lord protettori ma tanta volontà e generosità.

 

*Segretario nazionale Cdu

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