ROSARNO Ai più potrebbe sembrare l’ipotesi più inverosimile, ma gli investigatori più esperti fin da subito avevano immaginato il possibile esito dell’indagine sulla contestuale scomparsa di Franca Bellocco e Domenico Cacciola: è stato il figlio ventiduenne della donna, Francesco Barone, a guidare il commando di sicari che ha ucciso e nascosto il cadavere della madre, “rea” di aver intrattenuto una relazione extraconiugale con Cacciola. Barone è stato arrestato questa mattina all’alba per ordine del gip, su richiesta della procura di Reggio Calabria, che ormai da anni indaga sul fascicolo. Nel gennaio dell’anno scorso, le carte sulla sparizione della Bellocco e di Cacciola, sono state trasferite alla Dda dalla Procura di Palmi, che immediatamente ha capito di trovarsi di fronte ad un possibile caso di lupara bianca in odor di ‘ndrangheta, nonostante le manovre diversive dei parenti.
La scomparsa di Franca – originaria di Rosarno, ma da tempo trasferitasi con la famiglia a Padenghe sul Garda, nel Bresciano – era stata denunciata dal marito e dal figlio ai carabinieri di Como, mentre per Domenico Cacciola, parente dell’ex testimone di giustizia Maria Concetta, suicidatasi con una dose letale di acido muriatico a causa delle pressioni e delle violenze psicologiche subite dalla famiglia dopo aver tentato una collaborazione delle istituzioni, nessuno avrebbe informato le autorità. Più di un familiare avrebbe suggerito l’ipotesi di un allontanamento volontario, ma questa versione non ha mai convinto, né convince ora gli investigatori. Fin da subito, più di un elemento suggeriva un collegamento fra le due storie. E non solo perché entrambi portano sulle spalle il peso di cognomi noti nella `ndrangheta della Piana e di parentele illustri nel panorama della criminalità locale. Lei, è la figlia di Pietro Bellocco, che – secondo gli inquirenti – assieme al fratello Gregorio ha imposto il dominio del clan sulla Piana di Gioia Tauro. Anche il marito della donna, il sorvegliato speciale Salvatore Barone, non sarebbe estraneo alle dinamiche del clan. Ufficialmente gommista, intestatario di beni mobili e immobili riconducibili ai Bellocco, per questo prima sequestrati, poi confiscati, nonostante il trasferimento in Lombardia Barone viene ancora considerato un elemento vicino al clan. Cacciola è invece espressione dell’omonima famiglia mafiosa, satellite dei più potenti clan dei Pesce e dei Bellocco, ma che insieme a loro su Rosarno ha imposto il proprio dominio.
È proprio in virtù di questi legami che i due si conoscevano e – probabilmente – si frequentavano quando Franca tornava a Rosarno. Da quella frequentazione sarebbe nata la relazione che nessuna delle due famiglie è stata disposta a perdonare. Ma questo non è l’unico elemento comune alle due scomparse. Stando alle prime ricostruzioni degli inquirenti, tanto Franca come Domenico avrebbero fatto perdere le proprie tracce nello stesso periodo di agosto. Adesso, sulla tragica fine di Franca Bellocco si è aperto uno squarcio di verità. A ucciderla è stato il suo stesso figlio, vittima e carnefice di quel perverso concetto di onore, che Franca con la sua scelta d’amore aveva deciso di violare.
Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it
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