CATANZARO Punta su altri possibili casi di manipolazione di risultati di gare l’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro sul calcioscommesse. Al vaglio degli inquirenti alcune gare della Salernitana, squadra neo promossa in serie B, di proprietà di Claudio Lotito, patron della Lazio. Il nome della squadra campana è negli atti del secondo filone di inchiesta, ancora in corso. Oltre alla Salernitana sarebbero menzionati anche il Benevento e l’Ascoli. La squadra sannita ha disputato il campionato di Lega Pro nel girone C, la seconda nel girone B; entrambe sono state sconfitte ai play off. Al momento, comunque, non risultano provvedimenti da parte della Procura di Catanzaro.
LE PERQUISIZIONI E I PIZZINI
Inoltre, alcuni “pizzini” con quote, nomi di squadre e modalità di giocate sono stati trovati dalla polizia nel corso delle perquisizioni effettuate contestualmente all’esecuzione dei 50 fermi disposti dalla Dda di Catanzaro per il calcioscommesse. In uno, ad accompagnare la giocata da fare, c’è scritto: «se ci beccano ci arrestano». Le perquisizioni effettuate dalla squadra mobile di Catanzaro e dallo Sco hanno riguardato sia le persone sottoposte a fermo, sia altre 27 per ora indagate in stato di libertà. Gli investigatori sono andati alla ricerca, soprattutto, di tablet e smartphone. Dalle indagini, infatti, è emerso che in certe fasi delle trattative per organizzare le combine, i fermati utilizzavano la messaggeria telefonica ed in particolare Whatsapp. I pizzini, secondo quanto appreso da fonti qualificate, sarebbero stati utilizzati da alcuni indagati anche per comunicare le modalità di gioco delle scommesse al fine di evitare di concentrare somme troppe elevate sulle singole partite, cosi’ da evitare l’abbassamento della quota o di destare sospetti.
L’OMBRA DELLA FIGC
Ma le attenzioni dei magistrati sono concentrate anche su un presunto componente di una “commissione” della Figc. Materiale è stato acquisito in Federazione per giungere all’identificazione del personaggio che emerge da un colloquio intercettato tra Mauro Ulizio, direttore generale di fatto della Pro Patria, ed il figlio Andrea, ex giocatore della stessa squadra nella quale, scrive il pm nel decreto di fermo, “il padre esaltava la sua conoscenza con quest’altro venduto che farebbe parte della Figc”. Parlando della squalifica rimediata da Andrea Ulizio per uno schiaffo ad un avversario nella gara persa per 3-1 con la Cremonese e, secondo l’accusa, venduta dai due insieme ad altri calciatori e all’allenatore della Pro Patria, Mauro si vanta di avere ottenuto una condanna mite.
Mauro Ulizio: oh, hai capito poi, di una giornata ti hanno dato si?
Andrea Ulizio: si, si, minchia, meno male!
Mauro Ulizio: (risata)
Andrea Ulizio: grande!
Mauro Ulizio: (inc.)… sai chi me l’aveva presentato questo qua? ti ricordi quell’attaccante di colore che era a Porto Corallo, come si chiama?
Andrea Ulizio: ah si, Aziz!
Mauro Ulizio: Aziz, eh! me l’ha presentato lui! questo fa parte della commissione dei, della Figc che lavora anche a livello di Champions League, Serie A!
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