COSENZA Un invito all’indignazione. È quello rivolto ai cosentini dal giornalista de Il Fatto quotidiano Andrea Scanzi, che ha presentato il suo libro “La vita è un ballo fuori tempo”, edito da Rizzoli, nell’ambito di un incontro organizzato dalla libreria Mondadori. A dialogare con l’autore il senatore del movimento Cinquestelle Nicola Morra. Ascoltato da un pubblico numeroso, Scanzi – che stasera a Castrolibero porterà in scena uno spettacolo dedicato a Fabrizio De Andrè – non le ha mandate a dire e ha esortato tutti i giovani e i calabresi a ribellarsi. Ma non ha voluto comunque lasciare un messaggio negativo. «Negli ultimi tempi – ha detto – vedo però più fermento. Quante volte la mia generazione è scesa in piazza perché arrabbiata? Pochissime. Perché Beppe Grillo ha successo? Perché anche prima di diventare politico aveva la forza di catalizzare la folla e non le mandava a dire. In questo libro ci sono due generazioni che si arrabbiano. Sono gli 80-90enni che sono disposti a rivoluzionare il sistema. E poi c’è la generazione dei giovani rappresentato da un venticinquenne giornalista che alla fine si accoda ai novantenni per cambiare lo stato di cose. Adesso c’è una sorta di fervore, penso ad alcuni libri, ad alcuni registi. Non può esistere solo un’arte di evasione perché ci deve essere anche un’arte arrabbiata. In questo Paese l’anomalia è regola. Lo vedo anche nel giornalismo, come l’esperienza del Fatto quotidiano. Quando scrivi un romanzo – ha aggiunto – metti dentro quello di cui ti occupi tutti i giorni sul lavoro. Per fare la prima di questo spettacolo in Calabria ho dovuto aspettare tanto. L’obiettivo è quello di raccontare un De Andrè poco noto. Voglio toccare aspetti importantissimi ma non conosciuti di un gigante. La moglie ha apprezzato molto questo spettacolo. Non conosco bene questa regione ma per quel poco che l’ho conosciuta ha tante eccellenze e risorse inespresse. Spero che mi invitino per fare spettacoli e presentare i miei libri anche per conoscere meglio questa terra, nella quale verrò sicuramente in vacanza. La sensazione che ho conoscendo i calabresi che vengono alle mie presentazione è che non sono rassegnati, anzi. Ma temo che siano una minoranza, quelli che hanno il cannone nel cortile. I calabresi che incontro, ogni volta che vengo qui, sono persone solari, affettuose e accoglienti».
Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it
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