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Reggio, beni per cinque milioni sequestrati a Domenico Passalacqua

REGGIO CALABRIA La Direzione investigativa antimafia di Reggio Calabria, ha dato esecuzione ad un decreto di sequestro beni emesso, su proposta del procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, …

Pubblicato il: 06/08/2015 – 5:54
Reggio, beni per cinque milioni sequestrati a Domenico Passalacqua

REGGIO CALABRIA La Direzione investigativa antimafia di Reggio Calabria, ha dato esecuzione ad un decreto di sequestro beni emesso, su proposta del procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, dalla sezione misure di prevenzione del tribunale reggino nei confronti di Domenico Passalacqua, 64enne imprenditore originario di Reggio Calabria, operante nel settore della ristorazione, ritenuto esponente della cosca Buda-Imerti, egemone nei comuni di Villa San Giovanni, Fiumara di Muro e territori vicini, attualmente in regime di detenzione carceraria. L’uomo, già destinatario di ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa il 9 giugno 2010 dal Gip di Reggio Calabria nell’ambito dell’operazione ‘Meta’, nello stesso procedimento penale, con sentenza del Tribunale di Reggio Calabria del 7 maggio 2014, è stato condannato alla pena di 16 anni di reclusione per associazione a delinquere di stampo mafioso e turbativa d’asta. Le indagini patrimoniali eseguite dalla Dia hanno consentito, in particolare, di accertare una evidente sproporzione tra i redditi dichiarati da Passalacqua e la consistenza di buona parte dei beni di cui l’uomo aveva la disponibilita’ ed hanno condotto al sequestro di un patrimonio di circa 5 milioni di euro. Passalacqua, era risultato partecipe della consorteria criminale come imprenditore «al servizio della cosca, operante non secondo logiche di libero mercato ma nel rispetto delle dinamiche oligopolistiche di tipo mafioso proprie degli imprenditori intranei ai circuiti mafiosi». All’imprenditore, inoltre, nell’ambito della stessa operazione “Meta”, è stata contestata la turbativa di aste giudiziarie che si svolgevano presso il Tribunale – ufficio esecuzioni immobiliari – di Reggio Calabria. In particolare, i fatti si riferiscono a un’asta del novembre 2005, quando, turbando la procedura, «ne allontanava i possibili offerenti pure se affiliati ad altre cosche ancorché vicine ma con sfera d’influenza in altre aree territoriali» e una dell’ottobre 2007 «che si rendeva indispensabile per rimettere in vendita i cinque immobili..omissis…allontanando in tempi diversi altri possibili offerenti».

Nella sentenza del 7 maggio 2014, l’uomo è stato condannato per il reato associativo, mentre, in relazione al reato di turbativa d’asta, è stato ritenuto colpevole soltanto con riferimento all’asta del 2007 ed è stato assolto, perché il fatto non sussiste, dal reato limitatamente all’asta del 2005.

Le indagini patrimoniali eseguite dalla Dia, avrebbero consentito, in particolare, di acclarare una evidente sproporzione tra i redditi dichiarati da Passalacqua e la consistenza di buona parte dei beni di cui aveva la disponibilità e hanno condotto al sequestro di un patrimonio  di circa 5 milioni di euro, costituito da una quota di partecipazioen relativa ad una società operante nel settore della somministrazione di alimenti e bevande (Bar-Gastronomia); una quota di partecipazione relativa ad una società operante nel settore della ristorazione, a Villa San  Giovanni(RC); una ditta individuale esercente l’attività di panificio a Villa San  Giovanni;12 beni immobili tra ville, appartamenti, attici e terreni, ubicati sempre a Villa San  Giovanni(RC); 1 autovettura di lusso modello Porsche Carrera 911; 1 imbarcazione da diporto a motore, modello Coverline Cabin 8.30, della lunghezza di circa 8 metri e varie disponibilità finanziarie.

 

UN MILIARDO DI SEQUESTRI IN TRE ANNI Con l’ultimo sequestro eseguito questa mattina a carico dell’imprenditore Domenico Passalacqua, il valore dei beni posti sotto sigilli dal centro operativo Dia di Reggio Calabria negli ultimi tre anni è salito a oltre un miliardo di euroi. La Dia, oltre a sequestrare beni mobili, immobili e rapporti finanziari per un totale di 1.007 milioni, ha anche confiscato beni per un valore di 477.325.600.

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