Morire nei campi a 36 anni
Apprendiamo dalla stampa della morte di Vasile Tusa, bracciante agricolo, L’uomo che avrebbe accusato un malore al termine di una giornata di lavoro su un campo di pomodori nel territorio di Strongol…
Apprendiamo dalla stampa della morte di Vasile Tusa, bracciante agricolo, L’uomo che avrebbe accusato un malore al termine di una giornata di lavoro su un campo di pomodori nel territorio di Strongoli, operaio rumeno di 36 anni, morto venerdì mattina nel reparto di Rianimazione dell’Ospedale San Giovanni di Dio di Crotone; così come anche il cuore di Paola, 49 anni, bracciante di San Giorgio Jonico, ha smesso di battere un po’ di tempo fa (il caso è stato portato alla ribalta dalla Flai Cgil Puglia). Cominciano a essere troppo i morti in agricoltura che pesano sulla “coscienza”, nell’indifferenza.
Fermo restando che bisogna aspettare la fine delle indagini della magistratura per dare giudizi di qualunque natura, non si può rimanere assenti su questi temi.
Non si fa più caso alla morte di un lavoratore, tantomeno se è una bracciante o un bracciante.
La grande stampa su questi temi è latitante, è sempre impegnata a raccontarci le barzellette dei nostri governanti.
Viene meno ormai da troppo tempo l’attenzione sui diritti dei lavoratori, soprattutto quei diritti conquistati con dure lotte nei tempi di Giuseppe Di Vittorio, diritti che oggi vengono in parte tagliati dalle riforme del governo Renzi.
Di fatti quando si tagliano i permessi sindacali (che vuole dire andare di meno sui luoghi di lavoro), si tagliano fondi ai patronati Caaf e si indebolisce lo strumento contrattuale, quando tutto questo viene meno, chi difende i lavoratori? Non certo pare la politica, che ha abbandonato i lavoratori, ancor di più il lavoro bracciantile.
La Flai Cgil Crotonese vuole solidarizzare e rimanere vicino ai familiari che hanno perso i loro cari, impegnati a sostenere con grande dignità le loro famiglie, sempre più in difficoltà per questa crisi, che certamente non è finita.
* segretario Flai Cgil crotonese