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«Perché chiudere la sanità che funziona?»

COSENZA Franco Sergio, presidente della I Commissione consiliare, dopo aver consultato alcuni dirigenti sindacali e medici del settore, il 27 luglio scorso ha indirizzato al commissario e al sub-co…

Pubblicato il: 11/08/2015 – 11:20
«Perché chiudere la sanità che funziona?»

COSENZA Franco Sergio, presidente della I Commissione consiliare, dopo aver consultato alcuni dirigenti sindacali e medici del settore, il 27 luglio scorso ha indirizzato al commissario e al sub-commissario per la sanità regionale, al commissario dell’Asp cosentina e al presidente della giunta regionale, una lettera in cui chiede chiarimenti su quella che, in una nota, definisce «un’ennesima, controversa, questione sanitaria: il futuro degli Ncp (Nuclei di cure primarie) che rischiano di chiudere a fine settembre, terminata la fase sperimentale, nonostante i successi raggiunti».
«Gli Ncp presenti nel territorio di Cosenza in 6 strutture (Rende, Montalto, Paola, Corigliano e 2 a Cosenza città) – scrive il consigliere regionale della lista “Oliverio presidente” – sono unità organizzative di base di un sistema sanitario innovativo di prossimità e costituiscono il luogo privilegiato per perseguire obiettivi di continuità assistenziale, integrazione delle attività territoriali, miglioramento della qualità assistenziale, dare maggiori e più qualificati servizi sanitari sul territorio». Hanno il compito di gestire patologie non gravi (i cosiddetti Codici bianchi) e valutare, con l’ausilio di medici specialisti e attrezzature messe a disposizione dalla struttura, pazienti affetti da patologie croniche (ipertensione arteriosa, bronchite cronica ostruttiva, diabete, sindrome metabolica) di particolare impatto sociale e numericamente impegnative con il fine di filtrare l’accesso al Pronto soccorso, e l’applicazione della medicina d’iniziativa secondo il “Model Care”. Ogni Ncp – aperto dal lunedì al venerdì dalle ore 8 alle 20 – serve in media circa 25mila pazienti e dispone (per coprire i turni) di una ventina di medici, 3 infermieri e 3 segretarie.
«Dal dicembre 2012 ad oggi – spiega Sergio – i risultati sono stati tali da far esprimere soddisfazione sia ai responsabili dell’Asp di competenza che, anche e soprattutto alla popolazione che usufruisce degli ambulatori Ncp. Infatti, oltre alle urgenze di Codici bianchi e, spesso anche verdi, gli Ncp hanno evitato le lunghe attese di prenotazione e le code ormai purtroppo usuali per le analisi e le visite nel poliambulatori pubblici. Se – e tutti concordano su queste valutazioni – sono stati ridotti gli “ingorghi” per le liste di attesa ed è stato facilitato l’accesso per le altre prestazioni, perché ipotizzare la chiusura dopo la fase sperimentale? Perché – visto che gli Ncp “cosentini” sono stati presentati in vari congressi sanitari nazionali e tale formula è stata apprezzata, adattata ed esportata al Nord – non estendere questo tipo di organizzazione a tutta la medicina di base? Nei giorni scorsi sono iniziate raccolte di firme e servizi sui media per segnalare il caso. Ritengo che politica ed istituzioni locali e regionali debbano preoccuparsi seriamente della qualità dell’assistenza sanitaria».

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