SOVERIA MANNELLI Più che un ospedale, una fabbrica chiusa per ferie. Così appare nei giorni d’estate l’ospedale di Soveria Mannelli svuotato del personale che va in ferie e che non viene sostituito. Ma non solo. Ogni reparto vive una situazione precaria a causa di carenze cronica di personale, medici vicini alla pensione e rischio di aggregazioni tra i reparti. Il risultato, allarmante, è quello descritto da Antonello Maida, presidente del comitato “Pro ospedale del Reventino”: «Non c’è reparto o servizio che non ne risenta. La Medicina, in attesa che venga mandato un medico in sostituzione del responsabile oramai in pensione, annaspa e fa quel che può. Da 18 posti letto si è passati a 16, da 16 a 14 e oggi siamo a soli 10 posti letto. Un controsenso, visto che il decreto del commissario ad acta ne prevede ben 20. Due, tre medici, per tenere in piedi il reparto che con queste unità non potrebbe garantire nemmeno le turnazioni». Basterebbe l’ombra di una criticità per fare collassare tutto il sistema. «Intanto rimane in equilibrio precario anche la Radiologia – prosegue Maida – che con il solo medico a disposizione che entro agosto verrà posto in pensione, attende l’invio del sostituto che si spera, venga nominato al più presto per non creare una vacatio nel reparto di fatto snaturandone l’offerta rischiando di essere fortemente percepito in modo negativo dai pazienti». Il reparto di Cardiologia ha una situazione precaria, «da servizio autonomo rischia di essere aggregata alla Medicina con effetti decurtativi che potrebbero innescare preoccupanti malumori tra i medici, tali da prospettare “fughe” pericolose». Anche il chirurgo che effettua le gastroscopie è prossimo alla pensione e sta diventando necessaria una sua sostituzione, almeno con cadenze settimanali. «Nel limbo anche il laboratorio analisi, ancora, pare, non aggregato alla gara per la strumentazione e per i reagenti, quelli che rimangono sono in esaurimento, poi anche un emocromo sarà impossibile effettuarlo. Il Pronto soccorso regge per la chiamata dei “riservisti” che tamponano le defezioni dovute per le ferie. Anche la Saub, affanna, privo del servizio medico; si dovrà attendere settembre per avere le consulenze mediche: oculista, otorino e la Medicina legale», conclude Maida. Questo, in sintesi, il quadro non proprio edificante nel quale si trova l’ospedale del Reventino. «Una situazione limite che speriamo venga riassestata nel modo consono dalla direzione aziendale – auspicano dal comitato – , in parte giocano i presupposti avanzati da Giuseppe Perri nella programmazione presentata a Massimo Scura e, sembra, accolta. Ma il commissario dell’ASP, avrà altro da fare, ovvero ripianare i vuoti esistenti come sopra descritti. Senza questa volontà l’ospedale verrà ulteriormente declassato e privo della sostanzialità conosciuta. Urge come l’ossigeno anche la nomina di un direttore sanitario, capace di delineare scelte e nuove proposte, altrimenti si navigherà a vista. Oggi l’ospedale più che un servizio efficiente sembra una qualsiasi fabbrica chiusa per ferie. Eppure quanto prospettato quindici giorni addietro, con un “patto” tra amministrazione dell’Asp, comuni dell’hinterland e comitato, ha fatto pensare che potrebbero aprirsi spiragli interessanti. Se il decreto n. 9 del Commissario ad Acta verrà attuato, soprattutto con le deroghe del caso volte ad implementarne l’offerta, qualcosa potrebbe vedersi, ma tutto si giocherà con il rispetto della tempistica, presupposto senza il quale si potrebbero aprire falle molto delicate e pericolose. Su tutto gioca anche la recente proposta di accorciare i termini pensionistici a 35 anni, un fatto che potrebbe nell’immediato aprire una falla difficilmente ripianabile».
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