Strane procedure alla Regione per scegliere i giornalisti

Faccio parte di quei giornalisti esclusi dal bando di selezione per l’ufficio stampa della giunta regionale. Il mio nome non compare nemmeno nell’elenco di quanti hanno inoltrato la domanda. Ieri ho chiesto lumi al dipartimento, e un solerte e gentile collaboratore mi ha risposto che la mia Pec è giunta il 7 dicembre due volte (alle 10,52 e alle 10,58), con i documenti richiesti allegati. Con mio profondo rammarico, faccio alcune considerazioni:
Primo dato: la Pec dunque è arrivata a destinazione (d’altronde come ricevuta da me  stampata);
Secondo dato: «Chi ha valutato le domande (sempre il solerte impiegato) probabilmente, ma è una mia supposizione (dice sempre il nostro) ha forse riscontrato la mancanza di qualche firma o del documento di identità».
Terzo dato: Quandanche non avessi allegato il documento di identità, mi dite a che serve la Pec? (Dico ciò a livello generale visto che si tratta, oggettivamente, del massimo dell’autocertificazione introdotta in Italia). Insomma, siamo ai cosiddetti “vizi di forma”, che potevano essere “risanati” da parte dell’Ente se avesse avvisato in tempo, chiedendo magari all’interessato di produrre i documenti mancanti, come si fa solitamente in tutte le Pubbliche amministrazioni. Ma tant’è!!!
Quarto e ultimo dato: vada per l’esclusione, che ovviamente il sottoscritto impugnerà e spero che chi di dovere apra un’inchiesta. Ma volete farmi sapere il motivo, visto che la Pec è arrivata a destinazione? Volete (voi commissione d’esperti) dire all’impiegato di  turno perché il mio nome è stato cestinato a prescindere? È troppo chiedere di sapere perché il mio nome non compare nemmeno in quello dei “non ammessi”?

*Giornalista professionista