CATANZARO Una condanna e quattro assoluzioni: questa la sentenza emessa oggi dal tribunale collegiale di Catanzaro nell’ambito del processo per associazione a delinquere scaturito dalla maxi inchiesta Why not. In particolare i giudici hanno inflitto una pena di due anni e sei mesi a Giancarlo Franzè, coordinatore del consorzio Brutium. Assolti per non aver commesso il fatto i politici calabresi Nicola Adamo, Franco Morelli, Dionisio Gallo e Ennio Morrone. Si chiude così l’ultimo troncone della maxi inchiesta sui presunti illeciti nella gestione dei fondi pubblici in Calabria aperta nel 2006 dall’allora pm Luigi De Magistris. Al termine dell’udienza preliminare, i cinque indagati furono prosciolti dall’accusa di associazione a delinquere – diciassette in totale quelli che il gup Abigail Mellace scagionò completamente, mentre 27 furono gli imputati rinviati a giudizio. Seguì l’impugnazione della Procura generale con un ricorso alla Cassazione contro, in particolare, il proscioglimento dall’accusa di associazione per delinquere. Un ricorso accolto il 20 luglio 2011 dal Giudice supremo che ha annullato la decisione del gup rinviando gli atti a Catanzaro per una nuova udienza preliminare. Infine, il 6 aprile 2012, il rinvio a giudizio che ha portato tutti a processo. Oggi, infine, la sentenza di primo grado emessa dal Tribunale di Catanzaro.
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