COSENZA L’Azienda sanitaria provinciale non era tenuta a pagare alcuna somma alla casa di cura Villa Igea di San Fili. Con questa decisione il Tribunale di Cosenza ha revocato il decreto ingiuntivo con il quale i vertici della struttura sanitaria privata si erano visti riconoscere oltre un milione di euro per le prestazioni erogate a favore dei degenti dell’ex Papa Giovanni XXIII di Serra d’Aiello.
Secondo il giudice del Tribunale, Manuela Morrone, l’ingente somma non poteva essere richiesta all’Asp di Cosenza perché mancava un vincolo contrattuale tra la stessa Azienda e la casa di cura.
La vicenda prende spunto da quanto accaduto all’indomani dello sgombero avvenuto il 17 marzo del 2009 degli ospiti del “Papa Giovanni” ai quali “Villa Igea” avrebbe prestato assistenza dal luglio del 2011 al 30 giugno del 2012. Da qui l’azione avviata dal management della struttura per vedersi riconoscere le presunte spettanze dovute per le cure prestate culminata con un decreto ingiuntivo da 1.097.306,40 di euro, oltre interessi e spese. Al quale l’Asp di Cosenza, difesa dall’avvocato Rosaria Mustari, si è opposta ottenendo dal Tribunale – che ha ritenuto, pertanto, valide le eccezioni del legale – l’annullamento dello stesso decreto ingiuntivo. Inoltre il giudice ha ritenuta inammissibile anche la domanda di indebito arricchimento proposta, tramite i legali Enzo Paolini e Massimo Ferraro, da Villa Igea.
Una rilevante vittoria in giudizio per l’Asp di Cosenza, conseguita dopo una prima pronunzia del Tar Calabria che aveva declinato la propria giurisdizione in favore del Tribunale ordinario.
rds
x
x