BERGAMO «Abbiamo presentato al ministero dell’Economia e delle Finanze una norma per permettere alle Regioni di programmare la loro uscita dal Piano di rientro che è stato uno strumento molto duro, ma senza il quale probabilmente sarebbe saltato il banco del Servizio sanitario nazionale». Lo spiega il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, oggi a Bergamo a margine di un incontro all’università, sulla riforma socio-sanitaria lombarda. Con i commissariamenti delle Regioni con i conti della sanità in rosso «non hanno funzionato alcune cose – osserva il ministro – La prima è che per molti anni questi commissariamenti sono stati soltanto un elemento di controllo economico. Però è anche vero che quelle Regioni che erano completamente andate fuori controllo da un punto di vista dell’equilibrio finanziario – riflette Lorenzin – sono tornate quasi tutte in pareggio».
Certamente, aggiunge, «non sono stati commissariamenti sui Lea e invece ora bisogna lavorare moltissimo proprio sui Livelli essenziali di assistenza», anche per raggiungere l’obiettivo di un’offerta uniforma in tutta Italia ed evitare i “viaggi della speranza” che ancora oggi spingono soprattutto pazienti del Sud a sportarsi al Nord per ricevere le cure necessarie. «Qualche passo avanti è stato fatto. La Calabria, per esempio – ricorda il ministro – prima non era neanche nella classifica dei Lea, oggi almeno è entrata. È sempre in una posizione bassa, ma meglio rispetto a un passato in cui non c’erano neanche una rete ospedaliero o gli atti aziendali».
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