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«Affidamento ad Agenas pagato a caro prezzo dai calabresi»

CATANZARO Una convezione a titolo oneroso per un attività che sarebbe potuta essere svolta dai dipedenti regionali. E con il sospetto di un conflitto d’interesse. La denuncia arriva dalla segreteri…

Pubblicato il: 09/05/2016 – 9:39
«Affidamento ad Agenas pagato a caro prezzo dai calabresi»

CATANZARO Una convezione a titolo oneroso per un attività che sarebbe potuta essere svolta dai dipedenti regionali. E con il sospetto di un conflitto d’interesse. La denuncia arriva dalla segreteria regionale Anaao-Assomed che, in una nota, ripercorre la vicenda dell’affidamento per un anno ad Agenas per «l’attività di supporto tecnico operativo e di affiancamento per la realizzazione del Programma Operativo 2016-2018 alla Regione».
Secondo la segreteria regionale dell’associazione di categoria, «la convenzione sarebbe stata stipulata “dalla Regione rappresentata dal commissario ad acta”: non certo a titolo gratuito ma, temiamo, oneroso, ovviamente per le tasche dei contribuenti calabresi. Risulterebbe, comunque sin d’ora chiaro che il suddetto “acquisto” è stato commissionato da Scura, in nome e per per conto della Regione. Il conto economico di questo prezioso supporto lo pagheranno senz’altro i calabresi, con la fiscalità generale e le addizionali regionali ai massimi livelli».
Ma c’è di più. Per l’Anaao-Assomed, «risultando il sub-commissario dottor Urbani componente del collegio sindacale di Agenas, il sospetto di potenziale conflitto d’interesse è forte, anzi imbarazzante».
«La fonte giornalistica – si legge ancora nella nota – segnala che tale convenzione si è resa necessaria perché il dipartimento Tutela della Salute non è riuscito a fornire alla struttura commissariale, per l’espletamento del suo mandato istituzionale, il supporto previsto con Dpgr n. 3 del 23/08/10 (quando il commissario ad acta era il presidente Scopelliti…) per cui, “ai mali estremi…”. Peccato che proprio lo stesso Dpgr avesse istituito all’uopo il “segretariato del commissario ad acta per il Piano di rientro”, struttura (alla ribalta per la nota querelle, tanto a cuore all’ingegner Scura, sugli emolumenti accessori al personale della stessa) confermato per altro da Scura con il recente e multi- attenzionato Dca 35 del 23/03/16».
Per cui, secondo la dirigenza regionale dell’associazione di categoria «delle due l’una: o la scelta di avvalersi di Agenas per una funzione già attribuita con atti formali a personale del dipartimento Tutela della Salute, non era necessaria e, quindi, se onerosa, merita l’attenzione della magistratura contabile; oppure, il dipartimento Tutela della Salute si è rivelato del tutto inadeguato a tale compito. Tertium non datur».
«Nella seconda ipotesi – prosegue la nota – chiediamo ufficialmente una urgente e chiara presa di posizione da parte del presidente Oliverio (che ne ha responsabilità politica) e dal direttore generale professor Fatarella (che ne ha responsabilità amministrativo/gestionale) perché è chiaro che, se dirigenti e funzionari addetti della Regione si fossero dimostrati davvero professionalmente inidonei ad espletare attività di istituto così rilevanti, sì da doverle esternalizzare, i cittadini/contribuenti calabresi si aspettano, con pieno diritto, i conseguenti provvedimenti sanzionatori contrattualmente previsti da chi ne ha competenza».
Inoltre l’associazione di categoria segnala che «a tarda sera, una nota pubblicata sul sito istituzionale della Regione Calabria informa ufficialmente che la convenzione, onerosa, prevede un costo annuo di 250mila euro a carico del Fondo sanitario regionale. La stessa nota, a firma del delegato del presidente della giunta in materia sanitaria, denuncia il comportamento “ossessivo” del commissario Scura che “al solo fine di allungare (!) i tempi della gestione commissariale, finisce con l’assumere obblighi finanziari e scaricarli sulla Regione”. La nota promette infine l’attivazione immediata dell’avvocatura Regionale, “per impedire questo nuovo abuso ai danni dei calabresi”».
Per i dirigenti dell’Anaao-Assomed, queste sarebbero «parole forti, anzi, accuse molto gravi che, se confermate, individuerebbero forse profili di rilevanza persino penale».
«Per parte nostra – conclude la nota – assistiamo increduli, e sgomenti, come parti sociali e come cittadini, a questa ennesima, indecorosa puntata di una stucchevole telenovela, pagata dai calabresi, tra Istituzioni, che invece di dialogare e collaborare, ormai si insultano reciprocamente, con la cinica indifferenza del governo centrale, un giorno sì e l’altro pure. Il risultato è una babele amministrativo/gestionale che paralizza i processi di efficientamento della Sanità calabrese faticosamente raggiunti per merito, anzi, pagati a caro prezzo dai cittadini/utenti con le addizionali fiscali e i tagli, e dagli operatori con il blocco del turn-over, i turni massacranti, e la decimazione di strutture e retribuzioni».

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