REGGIO CALABRIA Ha assistito alla loro creazione, se non è stato lui stesso uno degli “eletti” chiamati a forgiarli. Ha visto sedersi al tavolo mafie, massoneria, eversione nera e pezzi di Stato e insieme concertare strategie. Uomo di due mondi, in grado di tessere il filo fra l’universo criminale e quello politico e imprenditoriale, conciliando di volta in volta i diversi interessi, Paolo Romeo è rappresentante qualificato dei sistemi criminali fin dagli anni Settanta, quando quegli stessi sistemi hanno preso forma. E come tale, nel tempo, è andato a bussare a porte diverse. Al senatore di Gal Giovanni Bilardi ha chiesto non solo una mano per blindare Pietro Emilio come segretario generale del Comune, ma soprattutto di muovere perché il senatore Giovanni Esposito facesse audire in Commissione Affari costituzionali il presidente di Cittadinanza Attiva, Domenico Pietropaolo, sui temi della Città metropolitana. E non a caso. Pietropaolo – dicono le indagini – è un uomo di Romeo e in Senato avrebbe dovuto presentare i desiderata della loggia in tema di decentramento amministrativo. Un’audizione importante e delicata nei piani di Romeo, che allo scopo ha contattato l’altro senatore calabrese di Gal, Antonio Caridi.
L’INSOSTITUIBILE SCILIPOTI Alla porta del senatore di Forza Italia Domenico Scilipoti è bastato affacciarsi, perché venisse spalancata. «La vicenda – spiega il gip – rappresenta un emblematico riscontro del metodo dell’associazione e dell’interferenza realizzata sugli organi costituzionali della Stato, piegati (e anzi neutralizzati) a esclusivo vantaggio degli interessi della compagine segreta, attraverso il raffinato, indolore ed apparentemente lecito sistema dell’attività propulsiva del più nobile associazionismo palese». Lusingato con un invito a partecipare a un’iniziativa sulla città metropolitana, Scilipoti, pur essendo costretto a declinare per impegni precedentemente presi, si mostra immediatamente disponibile a una collaborazione. Romeo viene contattato dalla segretaria del senatore, Valentina, che non solo passa all’avvocato tutti i recapiti del senatore, ma ribadisce la disponibilità del politico a «ricevere ordini del giorno e ulteriori emendamenti relativamente alle città metropolitane». Da lì inizia un rapporto di collaborazione, stretto e continuativo, fatto di telefonate e incontri al circolo Poseidonia, che il senatore alimenterà con entusiasmo.
PROGETTI, COLLABORAZIONI E “FORZATURE” È lui, ad esempio, a suggerire la creazione di una società di consulenza che potesse contribuire, con specifiche professionalità allo studio ed alla preparazione di un progetto ad hoc per “l’Area Vasta dello Stretto”, già formalizzata in un protocollo d’intesa che tramite il presidente della Provincia di Reggio, Giuseppe Raffa, e l’assessore messinese Bisignano era stato portato avanti e sottoscritto. A Scilipoti l’idea piace, manifesta tutta la volontà di collaborare, «non solo con emendamenti ed interrogazioni, ma anche – si legge nell’ordinanza – con delle “forzature” da cui trarre qualcosa di concreto».
INTERROGAZIONI PARLAMENTARI A FIRMA ROMEO E sempre per drenare finanziamenti in riva allo Stretto suggerisce di creare un «Polo Agroalimentare che diventasse punto di riferimento per la Provincia reggina, con ulteriori sviluppi nel settore turistico-archeologico». Un’idea che piace a Romeo, cui serve anche per trovare nuovi sbocchi alla questione dei “suoi” mercatali. Ne discute con il senatore, che non si tira indietro. «Tu non devi dar… tu scrivi l’interrogazione, chiami la segreteria e gli dici: qua c’e l’interrogazione, fategliela firmare al senatore e presentatela!», lo ascoltano dire gli investigatori, che raccolgono anche l’immediata risposta di Romeo: «Ora su tutto questo, io ti preparo un po’, la storia… siccome questi sono finanziamenti governativi, perché il Decreto Reggio è finanziato dal Ministero delle Infrastrutture, no? E allora, un’interrogazione al ministro per sapere… questo qua, tra domani … domani te la preparo e te la mando via email». Il 30 marzo 2014 il testo dell’interrogazione parlamentare arriva puntuale al senatore via e-mail e nei giorni seguenti verrà regolarmente presentata. E non sarà l’unica. Del resto, è stato lo stesso Scilipoti a invitare Romeo a inviargli ulteriore materiale.
LA SOCIETÀ “PONTE SULLO STRETTO” Un’ulteriore interrogazione verrà presentata per esempio sulla società Ponte sullo Stretto, carrozzone creato decenni fa per gli studi propedeutici alla maxi opera, per decenni rimasta ad accumulare costi e sprechi. Una società che a Romeo interessa. E di conseguenza anche a Scilipoti, che si presta a presentare un’interrogazione parlamentare al riguardo. «Sai qual è l’idea? – gli suggerisce l’avvocato – La società Stretto di Messina ha un patrimonio di… Diciamo ricerca sul campo, che è inestimabile. Se si mette a frutto quel patrimonio per… Oh… trovo questa cosa, te la preparo». Scilipoti è entusiasta: «Lunedì, martedì … Mandami il materiale, tutto quello che ti serve». Ma c’è di più.
«GLI AMICI DI FORZA ITALIA E FORZA SILVIO» Perché nel progetto coinvolge anche gli «” … amici di Forza Italia e Forza Silvio”, con i quali – si legge nell’ordinanza – aveva pensato di organizzare una conferenza sullo stesso argomento dell’interrogazione da lui presentata». Romeo non può che essere favorevole. Anche perché – si lascia sfuggire – l’iniziativa è perfettamente in linea con l’attività portata avanti con tutte Ie Associazioni di categoria del settore, con la finalità di elaborare iI piano industriale dell’ Agroalimentare, per il quale in quel periodo erano già stati insediati i tavoli tecnici di lavoro. Per questo non esita a mettere a disposizione di Scilipoti documentazione, materiale e una vecchia interrogazione parlamentare «in ordine a quell’ipotesi di lavoro sulla società della Stretto». Chi per Romeo l’avesse in precedenza presentata non è dato sapere, ma il suo nuovo uomo in Senato il problema neanche se lo pone. Al contrario, si dice disponibile a si dice disponibile a presentare una nuova interrogazione anche su tale argomento ed aveva assicurato una delega, per conto dei tre club di Forza Italia e Forza Silvio riuniti quella sera, ad un ingegnere che curasse i rapporti col Romeo per organizzare un’iniziativa comune.
L’OMBRA DEL GIUDICE TUCCIO Ma i tentacoli di Romeo non si estendevano solo in Senato. Per la sua “città-stato” lavorava anche a livello locale e provinciale. E non da solo. Insieme a lui, a lavorare sulla Provincia, «rendendosi promotori indiscussi di talune determinazioni assunte in ambito politico-istituzionale sino a voler assurgere, addirittura, a protagonisti assoluti della scena» c’era anche il giudice Tuccio. Insieme decidono che la Provincia dovrà presenziare al congresso di Bologna sulle Città metropolitane dell’ottobre 2013. «Ora pero guarda, assolutamente non dobbiamo scivolare, tu devi parlare con Raffa, anche a nome mio … ci deve andare qualcuno per rappresentare… va Pirrotta va qualcuno, pero andateci e fatevi sentire perché e bello che il nostro nome compaia anche in queste circostanze… non mi deludere Paolo!». E Paolo non delude.
LA RETE Contatta personalmente il presidente della Provincia Raffa, quindi lo incontra, e come prospettato, ottiene che la Provincia spedisca l’assessore Pirrotta al convegno. Al momento debito, la sua presenza verrà debitamente segnalata con un articolo pilotato su Gazzetta del Sud. Per il gip, la circostanza è significativa anche perché «costituisce la rappresentazione più evidente di quell’interferenza occultamente operata presso Ie istituzioni locali, alIa quale i sodali, con l’autorevolezza che deriva loro dalla prestigiosa storia personale piuttosto che dai collegamenti con ambienti di chiara matrice ‘ndranghetistico-massonica, ricorrono con garbo, senza forzature, ammantati dalla te
nsione alla realizzazione del bene comune ed in realtà esclusivamente protesi all’accentramento del potere e delle risorse economiche naturalmente derivanti da iniziative di tal guisa».
UN LIBRO A CARO PREZZO Nel medesimo brodo di coltura maturano i contatti che permettono al giudice Tuccio di pubblicare a spese della Provincia il suo libro, “Reggio, Citta Metropolitana nell’area Metropolitana della Stretto”, poi presentato – ovviamente – nella cornice della Festa del mare, organizzata dall’amico e confratello Romeo. La stampa dell’opera era stata commissionata alla casa editrice Kaleidon, di Roberto Maria Arillotta, che si sarebbe avvalsa a sua volta di una tipografia di Arghillà. Inizialmente, l’accordo prevedeva la stampa di trenta volumi, ma grazie all’intervento di Romeo e alle generose sovvenzioni della Provincia – disposta ad acquistare un centinaio di copie al prezzo di copertina di 28,00 euro – l’affare diventa più grosso. E Arillotta – grazie all’intervento di Romeo – viene estromesso. A lui subentra la Iiriti editore, di Bruno Iiriti, che si presta alle richieste dell’avvocato, tanto da concertare con lui la redazione di una proposta d’acquisto da parte della Provincia di Reggio Calabria di 200 copie del libro, da sottoporre alI’Ente nel più breve tempo possibile per la relativa approvazione. A confermarlo – intercettato – è lo stesso Romeo, che ai suoi interlocutori spiega «mi sono arrivati preventivi da 4000 euro, lo stesso identico preventivo che mi ha fatto lui per 6500 euro. Gli ho detto io: manda la richiesta, vai a protocollarla alla Provincia per 200 copie a 32,00 euro e si prende 6400 euro… era proprio per regalargli 2000 euro».
I SOLDI LI FACCIAMO USCIRE Soldi che Romeo si preoccupa personalmente che vendano messi a bilancio, tempestando di chiamate la segretaria personale di Raffa, Valeria Maria Laganà, a sua volta incaricata di intervenire presso la dirigente competente, Attanasio. A immaginare il pretesto burocratico che avrebbe consentito alla Provincia di stampare l’opera di Tuccio era stato invece il fido Pietropaolo, il quale aveva suggerito di inserirlo nel progetto “Nostra dell’E.s.i”, mirato a creare un sistema riconosciuto dalle Istituzioni comunitarie che identifichi Ie zone litoranee europee e il loro immediato retroterra come un laboratorio privilegiato per la sperimentazione di innovative politiche europee in campo ambientale, economico e sociale, con il conseguente appoggio economico da parte dell’Unione Europea. Un progetto che si trasformerà nel principale cavallo di troia della loggia all’interno dell’Ente provinciale, grazie al presidente Raffa e al finanziere prestato al consiglio provinciale Demetrio Cara, che con l’avvocato e i suoi uomini intrattiene stabili rapporti.
IL CONSIGLIERE DELL’AVVOCATO Fin dal maggio 2013, Cara si trasforma nella gola profonda e nell’interlocutore politico abituale di Romeo, che in questo modo riesce ad avere in anteprima tutte le informazioni sul finanziamenti della Comunità europea per gli Stretti d’Europa che potrebbero riguardare il protocollo d’intesa già in itinere tra Ie due sponde. Un documento che lo stesso Romeo si era occupato di predisporre, inviandolo in bozza a Cara per email, ma anche a pubblicizzare, inducendo Raffa a indire una conferenza stampa per presentarlo pubblicamente. Ma è sempre Romeo a gestire – dal cronoprogramma, agli interventi programmati – le giornate di incontro con la delegazione di Messina. Sempre a Romeo si deve l’idea di istituire un gruppo di lavoro, fatto presiedere proprio a Cara, per ideare e supportare iniziative politiche collaterali al piano degli Stretti, anche se non necessariamente supportate da spese da rendicontare.
UNA COMMISSIONE AD HOC Si tratta della Commissione degli Stretti, composta da tre dirigenti (tra cui Cultura e Mobilità), un rappresentante di Cittadinanza attiva e uno dei sindacati relativi all’Associazione Industriali, alla Camera di Commercio e agli Ordini professionali. Per Romeo e i suoi, in primis Pietropaolo che lo coadiuva nell’operazione, è fondamentale che sia Cara a presiederla e a sceglierne i componenti, per questo dice Romeo al sodale «dobbiamo preparare la letterina per mandargliela a tutti questi, in modo che gliela mandi Cara… prepariamo la letterina, gliela diamo a Cara, che I’aspetta, lui la dirama a tutti questi soggetti che tu indicherai come componenti questa Commissione, naturalmente gli devi spiegare queIlo che deve fare». Pietropaolo scrive, Cara esegue, e la Commissione prende la forma immaginata da Romeo.
LA RAGNATELA Ma questa, spiega ancora una volta il gip, non è che l’ulteriore prova di «un rapporto di ingiustificata quanto reale parità, con gli organi istituzionali, possibilità garantita dalla pletora di stabili sodali collocati in posizioni strategiche all’interno dei singoli organi o enti sopracitati. E come già evidenziato, tali rapporti non rinvengono la loro eziologia esclusivamente nell’estroversione caratteriale del Romeo, nella sua inclinazione alia socializzazione, ma si innestano, in una sorta di fitta ragnatela, nei contatti, collettivi e corali, portati anche dagli altri associati». Una ragnatela che ha e nelle intenzioni della loggia deve avere come fulcro Romeo, chiamato a «restare baricentrico nei sistemi di potere sociali dominanti la scena pubblica reggina e cosi, agevolare, gli esponenti della ‘ndrangheta con cui egli (ed it Marra) intrattiene stabili e sinallagmatici rapporti». L’avvocato Romeo – spiega in sintesi il giudice – è l’elemento cardine di un sistema criminale che deve e vuole mischiarsi con l’amministrazione pubblica, i cui obiettivi e finanziamenti devono essere, secondo l’accusa, prostituiti nell’interesse di un sistema criminale, impastato di mafia e massoneria, che l’inchiesta Fata Morgana ha iniziato a svelare.
Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it
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