REGGIO CALABRIA «Le sfide dello sviluppo e della crescita in Calabria passano necessariamente dalle risorse previste dai “Patti” e, per quanto attiene il territorio reggino, dall’istituzione della Città metropolitana. Si tratta di partite complesse che, tuttavia, non si esauriscono nella sola individuazione dei finanziamenti, peraltro individuati in larga misura per mezzo delle rimodulazioni di risorse già esistenti. Per dare una scossa alla Calabria e a Reggio serve anche altro. Occorre che si realizzi, concretamente, un sensibile miglioramento del sistema burocratico e uno snellimento delle connesse azioni amministrative. Un vero e proprio salto di qualità in termini di efficienza e di riqualificazione delle relazioni tra la burocrazia, che deve dare risposte, e il mondo produttivo». È quanto afferma Confindustria Reggio Calabria «con riferimento al tema, di grande attualità in questo momento nel dibattito pubblico – è detto in un comunicato – dei Patti per la Calabria e per la Città metropolitana di Reggio, considerati come i principali strumenti per il rilancio del territorio». «Siamo consapevoli – proseguono gli industriali reggini – dell’importanza di queste risorse ma, al tempo stesso, siamo perfettamente al corrente del fatto che si tratti di finanziamenti in larga misura già esistenti, legati in particolare al Fondo sviluppo e coesione. L’operazione in atto, che va salutata con estremo favore, è una ricognizione di fondi che il Sud e la Calabria già attendevano da tempo. L’elemento di novità su cui occorre focalizzare l’attenzione, oggi, è determinato dal nuovo meccanismo che sta alla base di questi Patti e che individua il suo tratto caratterizzante nella premialità nei confronti delle amministrazioni più virtuose. Ciò significa che il tema dell’efficienza amministrativa diventa cruciale e decisivo per il futuro dei territori. Solo garantendo semplificazione, trasparenza e linearità all’interno degli uffici pubblici e dei settori tecnici di riferimento, sarà possibile riattivare i tanti cantieri ancora fermi, progettare nuove opere pubbliche e rilanciare di nuovi investimenti in settori strategici come l’edilizia». «In questo quadro – sottolinea ancora Confindustria Reggio – non va dimenticata la questione ancora irrisolta delle interdittive antimafia. Strumento che va mantenuto ma corretto nelle parti che anche l’Anac stessa ha riconosciuto come problematiche. Rinnoviamo in tal senso la nostra richiesta di rivedere il meccanismo delle interdittive, che devono diventare uno strumento giurisdizionale e non amministrativo, sganciandole da meri meccanismi burocratici che generano gravi forme di ingiustizia e a volte di paradosso. Parallelamente occorre pensare ad una soluzione in grado di tenere in vita le imprese sottoposte a interdittiva, nelle more di un accertamento sull’effettività dell’infiltrazione mafiosa. Con l’attuale sistema, infatti, le conseguenze di questo atto amministrativo sono addirittura più pesanti di quelle di un sequestro giudiziario, con uno stop immediato e brusco delle attività che sta portando alla necrosi del tessuto produttivo locale. Anche su questo fronte si gioca la partita dell’efficienza amministrativa. Per questo occorre un rinnovato patto tra il sistema burocratico, la macchina amministrativa e il mondo delle imprese, se vogliamo che le nuove opportunità si traducano presto in crescita economica e occupazionale». «Il tutto, naturalmente – conclude la nota degli industriali reggini – nel pieno rispetto del principio di legalità che è presupposto dello sviluppo di questo territorio, che oggi con la Città metropolitana si gioca davvero l’ultima chance di affrancarsi dalle condizioni di sottosviluppo permanente e desertificazione industriale ancora oggi indicate da molti indicatori economici».
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