L'imprenditore tradito dalla passione per i cani
REGGIO CALABRIA Frequenta da sempre ‘ndranghetisti e pregiudicati, ma per anni è riuscito a dribblare indagini e processi. Quando ci inciampa per la maxitruffa sul carburante agricolo fotografat…

REGGIO CALABRIA Frequenta da sempre ‘ndranghetisti e pregiudicati, ma per anni è riuscito a dribblare indagini e processi. Quando ci inciampa per la maxitruffa sul carburante agricolo fotografata dall’inchiesta “Oro nero”, riesce a contenere i danni.
Per questo, quando arriva a Milano, Salvatore Piccoli può presentarsi agli imprenditori brianzoli che diventeranno suoi complici con la faccia dell’imprenditore spregiudicato e l’arroganza da uomo dei clan. Re del suo piccolo regno di lussi sconsiderati, cani da competizione e sopraffazione, per Piccoli, tutto si compra, tutto è in vendita. Anche le vittorie.
Da vero mafioso, in un modo o nell’altro, lui si vuole imporre. Poco importa quale sia la posta in palio. Ecco perché non esita un secondo a pagare la sua ex amante, l’escort Sara Kanziz, perché passi una serata con il giudice Uwe Peterman della mostra canina World dog. I suoi rottweiler – decide Piccoli – devono vincere il titolo di campione del mondo e questo val bene un piccolo investimento.
Del resto con la donna dimostra di non avere alcun legame affettivo. Le fa avere un lavoro in azienda, ma le nega anche il diritto ad avere un nome. Lo fa presente stupito Pierluigi Antonioli, una delle teste di legno, che intercettato mentre parla con Colelli, dice «Ma poi cos’è, una puttana? La chiama la puttana». Colelli alza le spalle e risponde «esattamente così». Nessuno però si sogna di chiedere a Piccoli come mai l’abbia assunta. Lui invece non si fa remore ad “utilizzarla”. La contatta, la avverte, «non é che un figo, te lo dico», concorda luogo e giorno dell’appuntamento. E come prefissato, il suo rottweiler diventerà campione del mondo.
Che sia una gara cinofila o un appalto, a Piccoli non importa. Se deve comprare qualcuno “regalandogli” una serata con una escort non si tira indietro. Succede, ad esempio, con Luigi Bonora, responsabile di progetto della società Itinera SpA, invitato prima a pranzo in un ristorante di lusso, poi a passare un pomeriggio con una delle escort. «È un regalo che devo fare», le spiega al telefono Piccoli per concordare tariffa e metodi di pagamento. Bonora viene accompagnato, poi – troppo presto a detta dei suoi commensali – li chiama perché passino a prenderlo. È Giuseppe Colelli a dare l’ordine «u cunigghiu ha finutu. Fujiti dai».
Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it