COSENZA Ammesse tutte le prove nel processo scaturito dall’operazione “Apocalisse”, che il 12 novembre del 2015 ha consentito alla Dda di Catanzaro di sgominare un’organizzazione dedita al traffico di sostanze stupefacenti guidata dal clan Perna. Vennero emessi 19 provvedimenti di fermo nei confronti di altrettanti esponenti della cosca di ‘ndrangheta operante a Cosenza e nell’hinterland e dedita principalmente al traffico di cocaina, hashish e marijuana. Tra gli arrestati c’era anche Marco Perna, 41enne cosentino, figlio di Franco Perna, capo dell’omonimo “gruppo criminale” attivo a Cosenza, attualmente ristretto in regime di 41 bis.
Giovedì mattina, nell’aula 9 del Tribunale di Cosenza, ha preso il via il processo per gli imputati che hanno scelto il rito ordinario (tutti tranne il pentito Silvio Gioia condannato in abbreviato a due anni e otto mesi).
Sul banco degli imputati ci sono Marco Perna 41 anni; Pasquale Francavilla 40 anni; Giovanni Giannone 46 anni; Andrea Minieri 34 anni; Giacinto Bruno 43 anni; Alessandro Marco Ragusa 28 anni; Giuseppe Chiappetta 32 anni; Alessandro Andrea Cairo 23 anni; Andrea D’Elia 23 anni; Ippolito Tripodi 22 anni; Bruno Francesco Calvelli 25 anni; Denis Pati 23 anni; Danilo Giannone 26 anni; Paolo Scarcello 24 anni; Francesco Scigliano 23 anni; Domenico Caputo 38 anni; Francesco Porco 37 anni; Giuseppe Muto, 31 anni e Alessandro Marco Ragusa, 29 anni.
Il collegio (presieduto dal giudice Enrico Di Dedda) ha rigettato le questioni preliminari avanzate dalla difesa che riguardavano la genericità dei capi di imputazione. Il Tribunale ha poi ammesso tutte le prove sia dell’accusa (rappresentata dal pm della Dda Pierpaolo Bruni) e dalle difese. L’accusa ha depositato un corposo elenco di intercettazioni da trascrivere per le quali il collegio ha conferito incarico al consulente Nicola Zengaro.
Il gruppo è ritenuto responsabile di aver dato vita a un traffico di stupefacenti articolato su una fitta rete di spaccio in grado di rifornire le piazze cosentine e della provincia. Secondo le indagini, il sodalizio imponeva il potere sul territorio e gli uomini del clan disponevano di armi e si avvalevano di modalità tipicamente mafiose. Nel collegio difensivo, tra gli altri, ci sono: Filippo Cinnante, Antonio Pucci, Pierluigi Pugliese, Antonio Quintieri e Maurizio Nucci, Marcello Manna, Antonio Vanadia. Il processo è stato aggiornato al prossimo 2 marzo.
mi. mo.
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