"Vitalizio", Battaglia si giustifica: «Ci adeguiamo alle norme statali»
REGGIO CALABRIA «In riferimento all’articolo a firma del giornalista Pietro Bellantoni, pubblicato sul Corriere della Calabria, in merito all’introduzione del sistema contributivo-previdenziale per i…

REGGIO CALABRIA «In riferimento all’articolo a firma del giornalista Pietro Bellantoni, pubblicato sul Corriere della Calabria, in merito all’introduzione del sistema contributivo-previdenziale per i consiglieri regionali, ritengo utile e necessario, fare alcune precisazioni». Così il consigliere regionale, tra i firmatari della nuova proposta di legge, Domenico Battaglia. «L’articolo 2, comma 1, lettera m, del decreto legge 10 ottobre 2012, n. 174, (Decreto Monti) convertito, con modificazioni, dalla legge 7 dicembre 2012, n. 213 – spiega il consigliere – ha istituito e disciplinato un sistema previdenziale di tipo contributivo per i presidenti delle Regioni, dei consiglieri e degli assessori regionali. Con deliberazioni del 14 dicembre 2011 e 30 gennaio 2012, l’Ufficio di presidenza della Camera ha operato una profonda trasformazione del regime previdenziale dei deputati con il superamento dell’istituto dell’assegno vitalizio – vigente fin dalla prima legislatura del Parlamento repubblicano – e l’introduzione, con decorrenza dal 1° gennaio 2012, di un trattamento pensionistico basato sul sistema di calcolo contributivo, sostanzialmente analogo a quello vigente per i pubblici dipendenti. Con il progetto di legge depositato, pertanto – sostiene il consigliere del Pd – si mira a introdurre anche in Calabria, come è stato già deliberato e applicato dalle altre Regioni d’Italia, a distanza di due anni dall’inizio della X legislatura, il sistema contributivo previdenziale per gli eletti in consiglio regionale che non ha nulla a che vedere con il vecchio assegno vitalizio in vigore fino alla precedente legislatura. Anzi, il colpevole ritardo della non applicazione della legge statale del 2013 da parte dell’amministrazione regionale – aggiunge l’esponente politico – potrebbe far sorgere possibili contenziosi giuridici nei due anni già trascorsi per i mancati versamenti previdenziali. Pertanto – conclude Domenico Battaglia – si ribadisce in maniera netta che la proposta di legge presentata introduce, nel rispetto delle normativa statale vigente, un sistema previdenziale uguale – anche per quanto concerne le trattenute (8,80% a carico del consigliere e 24,20% a carico del Consiglio) – a quello previsto dalla Camera dei deputati e dalle altre Regioni d’Italia e in analogia a quello vigente per i dipendenti pubblici».