Il Consiglio smetta di prendere in giro i cittadini
Pubblichiamo la lettera aperta del dottore Gianluigi Scaffidi, consigliere nazionale ANAAO-ASSOMED, indirizzata al presidente del consiglio regionale della Calabria Nicola Irto. Ecco il testo: Caro p…

Pubblichiamo la lettera aperta del dottore Gianluigi Scaffidi, consigliere nazionale ANAAO-ASSOMED, indirizzata al presidente del consiglio regionale della Calabria Nicola Irto. Ecco il testo:
Caro presidente,
sui media impazza la farsa inscenata dal consiglio regionale riguardo l’autoassegnazione di ulteriori privilegi economici ai grandi lavoratori consiglieri regionali. Non entro nel merito della quantità e qualità del lavoro da essi svolto solo per carità di Patria anche se basterebbe guardare il rendiconto delle attività ed anche il numero di leggi impugnate dal consiglio dei ministri.
Il tentativo delle giustificazioni, dopo che la poca stampa libera ha disvelato la scena, è meritevole di vari premi Nobel a vari soggetti: da quello che ha firmato a sua insaputa (il virus Scajola continua a mietere vittime in modo bipartisan) a quello che afferma trattarsi di rispetto di una legge nazionale. Sulle motivazioni del consigliere Giudiceandrea tornerò fra poco.
Ora, visto che l’ansia dei consiglieri di adeguarsi alle leggi nazionali pesa fortemente sulle già onuste (confermo la u, non si tratta di errore di battitura) spalle dei consiglieri vorrei comunicarLe affinché lei lo comunichi ai consiglieri, magari attraverso le centinaia di dipendenti regionali fra consulenti e pletorici apparati a loro disposizione – ovviamente tutti a carico delle tasche dei cittadini – che esiste in Italia una legge entrata in vigore inderogabilmente il 25 Novembre 2015, cioè un anno e tre mesi fa: la Legge n. 161/2014.
Trattasi di una legge un po’ più seria di quella che prevede la pensioni a consiglieri per cinque anni di “lavoro” e che riguarda, in modo importante la collettività in materia sanitaria e non le tasche dei suddetti consiglieri regionali.
Tale legge, recependo una normativa europea del 2003 (!!!), regola con l’art. 14 l’organizzazione del lavoro negli ospedali pubblici al fine di garantire prestazioni corrette sotto il profilo assistenziale. Per applicare tale legge dello Stato italiano i due imperatori sanitari, Scura ed Urbani, hanno formalmente quantificato la necessità di oltre 1.200 assunzioni di varie figure professionali in tutta la Calabria, calcolo, a mio parere, approssimato per difetto. Ancora oggi aspettiamo dai due imperatori queste assunzioni da loro stessi ritenute indispensabili a tutela di una corretta sanità.
Ecco, se il consiglio regionale ha il nobile intento di applicare le leggi nazionali cominci da questa senza nascondersi dietro il comodo alibi del commissariamento della sanità visto che si fa continuamente espropriare, da Scura ed Urbani, di funzioni proprie del Consiglio stesso senza profferire una parola se non sterili sedute dedicate alla sanità che costituiscono una fiera di astruserie galattiche sia sotto il profilo tecnico che politico. Sono sempre pronto a dimostrarglielo in via documentale.
In particolare, Le chiedo di esercitare, ove sia rimasto un briciolo di dignità, i Suoi obblighi d’ufficio in merito alle dichiarazioni del consigliere Giudiceandrea (quello che – da notizie di stampa – voleva trasferire i medici ostetrici e ginecologi obiettori al Pronto Soccorso !) totalmente contrapposte a ciò che afferma in un suo articolo il giornalista Pietro Bellantoni.
Il consigliere Giudiceandrea, quand’anche avesse ragione, afferma con tracotanza ed altissima ineducazione istituzionale, che le trattenute dei consiglieri (in verità ben scarse) andrebbero a pagare anche le pensioni dei genitori del Bellantoni con ciò intendendo che sono a favore della comunità intera. Che filantropo ! Il Bellantoni, invece, afferma l’esistenza di un fondo specifico per i consiglieri da cui non uscirà mai un euro per noi gente comune nonostante la filantropia di Giudiceandrea.
Delle due l’una: o Bellantoni afferma il falso e va querelato o è Giudiceandrea ad affermare il falso nel puerile tentativo di difendere suoi benefici con ulteriore schiaffo ai Cittadini da parte della casta.
Pertanto, Lei ha l’obbligo, morale ancor prima che istituzionale, di entrare nel merito del contrasto chiarendo le cose e querelando il giornalista o censurando pubblicamente le dichiarazioni di Giudiceandrea, che dimostra, fra l’altro, di non capire molto di sanità pubblica (la barzelletta dei ginecologi al Pronto Soccorso si commenta da sé).
Forse è molto più esperto in sanità privata.
Caro presidente, mi sembra giunto il momento che la smettiate di prendere in giro i Cittadini. Non ve ne sarete accorti, chiusi nelle vostre dorate stanze con stuoli di dipendenti e clienti pagati da tutti noi, ma moltissimi Cittadini non hanno più l’anello al naso e tanti altri si sono già pentiti di avervi accordato il loro consenso. Il tempo del “chiamatemi Pietro !” è finito.
*consigliere nazionale ANAAO-ASSOMED