A Cosenza una lettura originale del brigantaggio
COSENZA È in programma per venerdì 24 febbraio, alle 18, presso l’Acquariobistrot Cosenza – Centro Rat Teatro dell’Acquario, la presentazione del libro Sergente Romano (LiberAria editore, 1…

COSENZA È in programma per venerdì 24 febbraio, alle 18, presso l’Acquariobistrot Cosenza – Centro Rat Teatro dell’Acquario, la presentazione del libro Sergente Romano (LiberAria editore, 170 p, € 12), di Marco Cardetta. Il romanzo storico tratta in maniera originale e innovativa il tema del banditismo post-unitario, il cosiddetto “brigantaggio”. È uscito in libreria il 14 aprile 2016. All’appuntamento, moderato dalla giornalista Chiara Fazio, sarà presente l’autore del volume.
Marco Cardetta (1983), laureato in filosofia a Siena, con lavori di ricerca su Bene, Stirner, Michelstaedter, Deleuze, Zolla e Panikkar. Produce film con Murex production: l’ultimo, Anapeson, scritto con Francesco Dongiovanni, ha debuttato al 33° Torino film festival (2015). Si esibisce in spettacoli di alternative comedy e con il recital-concerto Voci di sbandati. Nel 2008 ha vinto il premio “Esor-dire” con il poema in prosa Prime giovani suites. Con Sergente Romano ha vinto come esordiente il premio “Vittorio Bodini – La luna dei Borboni 2014”.
SINOSSI 1861: l’Italia (quasi) unita è il caos di una nascente nazione, un guazzabuglio di fazioni in contrasto, tra borbonici, mazziniani, liberali, il clero e i Savoia che smantellano il passato regime, introducono tasse e coscrizione. Sergente Romano è la storia vera e sgangherata di un manipolo di sbandati che il 28 luglio 1861 assaltò Gioia del Colle, in Puglia, quale primo atto di un’insurrezione popolare che avrebbe incendiato il Sud Italia negli anni a venire. A capo di quel manipolo di grotteschi, lirici rivoltosi dalla parte sbagliata della storia, Pasquale Domenico Romano, ex sergente dell’esercito borbonico che per casualità, amore e vendetta finirà per essere ricordato come uno dei più importanti protagonisti del banditismo post-unitario: il più romantico, il più sconosciuto. Tra numerosi documenti storici e una prosa scattante, asciutta, scorre crudo e selvaggio questo romanzo che vuol dare voce ai vinti, quei contadini incapaci di reggere un fucile in mano, che spesso finivano fuori legge quasi senza accorgersene. Il ritratto di un’epoca di transizione che sembra non voler ancora finire.