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Cardiochirurgia Reggio, 800 euro al giorno per il medico del Niguarda

REGGIO CALABRIA Emerge qualche dettaglio economico sull’accordo siglato tra la Cardiochirurgia di Reggio e il Niguarda di Milano. L’intesa prevede l’affiancamento dei medici dell’ospedale lombardo pe…

Pubblicato il: 01/03/2017 – 10:22
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Cardiochirurgia Reggio, 800 euro al giorno per il medico del Niguarda

REGGIO CALABRIA Emerge qualche dettaglio economico sull’accordo siglato tra la Cardiochirurgia di Reggio e il Niguarda di Milano. L’intesa prevede l’affiancamento dei medici dell’ospedale lombardo per il supporto del personale del “Bianchi-Melacrino-Morelli” nella fase di start up del nuovo reparto, ma fino a ora gli aspetti finanziari della collaborazione erano rimasti oscuri. Nel Protocollo approvato il 19 luglio scorso dal dg dei Riuniti Frank Benedetto, infatti, non veniva specificata l’entità della spesa né l’ammontare finale di un rapporto che durerà un anno e che sarà «interamente a carico dell’Azienda ospedaliera» di Reggio.
Ora spunta qualche particolare in più. Tra l’ottobre e il dicembre 2016 l’Azienda dello Stretto ha pagato quasi 35mila euro di emolumenti a un solo medico del Niguarda, la cardioanestesista Giovanna Pedrazzini. Sono circa 4.500 i compensi erogati nel mese di ottobre; mentre quelli di novembre, comprensivi di 12 accessi, sfiorano gli 11.500 (11.419,32). La cifra più sostanziosa, però, è quella relativa al lavoro svolto da Pedrazzini nel mese di dicembre: 23 accessi per un emolumento di 18.817 euro. Un rapido calcolo e si arriva al costo sostenuto dall’ospedale per il lavoro della cardioanestesista milanese: 818 euro al giorno. Un indennizzo superiore anche a quello percepito dall’ex contabile dell’Asp di Reggio, Pietro Evangelista, a cui erano stati riconosciuti 600 euro al giorno prima che decidesse di dimettersi in seguito alle polemiche scatenate dalla rivelazione sul suo compenso.

IL PERSONALE Nessun sospetto in merito alla legittimità della retribuzione di Pedrazzini, medico stimato che da anni opera in uno dei presidi italiani d’eccellenza per il trattamento delle cardiopatie. I dubbi riguardano invece la scarsa trasparenza di un protocollo ufficiale nel quale non vengono messe nero su bianco le cifre che oggi pesano in modo non indifferente sulle casse dell’ospedale metropolitano. Nel reparto di Cardiochirurgia, tra l’altro, sono già operativi ben 8 cardioanestesisti.

Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it

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