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Il de profundis dell’ospedale di Polistena

La paradossale situazione creatasi in merito all’appalto di pulizia e sanificazione per l’ospedale di Polistena è degna della commedia dell’assurdo. Per l’insipienza della direzione aziendale e dei…

Pubblicato il: 01/04/2017 – 9:43
Il de profundis dell’ospedale di Polistena

La paradossale situazione creatasi in merito all’appalto di pulizia e sanificazione per l’ospedale di Polistena è degna della commedia dell’assurdo. Per l’insipienza della direzione aziendale e dei suoi dirigenti, si sta determinando la chiusura dell’unico presidio deputato all’emergenza urgenza della Piana di Gioia Tauro e cioè l’ospedale di Polistena, uno dei due ospedali spoke di tutta la provincia.
Alla carente situazione di organico e posti letto, alla mancata apertura delle unità operative previste negli atti regionali, la mancata classificazione delle zone in medio ed alto rischio all’ospedale di Polistena ha portato alla riduzione delle ore e quindi all’esclusione di tutti i reparti e sale operatorie dalle pulizie ordinarie che prevedevano interventi quotidiani sette giorni su sette in tutte le strutture. Già questo era ed è assolutamente insufficiente a garantire una igiene consona alle necessità di una struttura di degenza, ma la riduzione drastica delle prestazioni e la comunicazione della ditta di attenersi scrupolosamente a quanto previsto nel capitolato di appalto che non prevede zone a medio ed alto rischio per l’ospedale di Polistena, determina di fatto la chiusura anche di quello Ospedale. L’Asp, in nove mesi malgrado sopralluoghi e riunioni tecniche, non è stata in grado di spiegare, porre rimedio ed ovviare a tale follia.
Siamo arrivati al 1 aprile 2017 e purtroppo non è un pesce di aprile, per vedere che il personale della ditta di pulizie lavora dal lunedì al venerdì solo per le zone comuni, androni e uffici, e senza entrare nell’altre zone a medio ed alto rischio!
Di chi è la colpa? Certamente non dei ricoverati che hanno, semmai, la doppia sfortuna di essere ammalati e di essere ricoverati in concomitanza di questo infausta circostanza. Non hanno colpa i lavoratori della ditta aggiudicataria e nemmeno la stessa ditta, ma le responsabilità ricadono totalmente ed esclusivamente in capo ai vertici aziendali, siano essi commissari o dirigenti in senso lato, che in nove mesi non hanno ovviato alla drammatica situazione che inevitabilmente si sarebbe venuta a creare.
E se già era evidente lo stato di abbandono e degrado in cui versa l’ospedale di Polistena, per la riduzione delle ore dell’appalto, questo è il de profundis con il quale si celebra la chiusura dell’ospedale, sapendo che in mancanza di igiene nessuno si può ricoverare e nessuno andrà in ospedale, aumentando a dismisura la mobilità sanitaria ed i disagi per i cittadini.
L’aver previsto l’inservientato, tra l’altro senza che nessuna norma lo preveda e pur non essendo previsto nell’art. 1 “oggetto dell’appalto” del capitolato speciale della gara di appalto, per utilizzare il personale per il trasporto di carte non può assolvere a quelle che sono le impellenze di una struttura dedita al ricovero e cure delle persone.
Non ci si venga poi a dire che i bilanci sono a posto, poiché non garantire servizi e anzi chiudere reparti e unità operative, non sostituire le migliaia di persone pensionate negli ultimi tre anni, certamente hanno incidenza sul risparmio, ma bisognerebbe chiedersi a che prezzo. Non sarebbe ora che i responsabili di queste malefatte (dal commissario al dirigente sanitario, tutti compresi) paghino in prima persona, rimuovendoli dai posti che evidentemente non sono in grado di coprire e passare a una fase dove il rispetto delle regole costituisca il faro dell’azione amministrativa espletata.

*segreteria provinciale Uil Reggio Calabria

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