Skip to main content

Ultimo aggiornamento alle 10:32
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 2 minuti
Cambia colore:
 

Quel baciamano mafioso è devastante

Prima o poi vengono arrestati. Tutto vero. Dovremmo festeggiare la cattura, dopo 24 anni di latitanza, del mammasantissima Giuseppe Giorgi, avvenuta nella sua San Luca, ma, pur riconoscendo l’importa…

Pubblicato il: 03/06/2017 – 10:25
00:00
00:00
Ascolta la versione audio dell'articolo
Quel baciamano mafioso è devastante

Prima o poi vengono arrestati. Tutto vero. Dovremmo festeggiare la cattura, dopo 24 anni di latitanza, del mammasantissima Giuseppe Giorgi, avvenuta nella sua San Luca, ma, pur riconoscendo l’importanza dell’operazione condotta dai carabinieri, oggi non applaudiamo. 
Quelle immagini, mandate in onda nel Tg1 delle ore 20 e in quelli delle maggiori reti televisive non solo italiane, ci hanno sconvolto. Le abbiamo viste e riviste perché riteniamo che quella scena sia devastante. 
Rivediamola insieme. Si vede il boss uscire dal portone del palazzo dove ha sempre vissuto da libero e da latitante, attorniato dai carabinieri. Maglia larga, senza manette. Per nulla intimorito. A pochi metri un primo gruppetto di persone, c’è anche un adolescente, è appoggiato a un muretto. Un po’ più in là altre persone. 
L’uomo cambia direzione e si avvicina a coloro che vogliono salutarlo. Parenti? Amici? Non lo sappiamo e poco interessa saperlo. Sappiamo che in quel baciamano c’è la forza della ‘ndrangheta, il riconoscimento dell’autorità del capo bastone. Simbolicamente è stato devastante. 
Può darsi, anzi sicuramente la scelta degli ufficiali dei carabinieri di non mettergli le manette e di consentirgli di avvicinarsi a quelle persone, sia stata dettata da umanità. Ma quella telecamera che ha ripreso la scena ci fa capire che la strada per sconfiggere la ‘ndrangheta è ancora lunga. 
Certo, anche nel nostro amato Aspromonte qualcosa si sta muovendo grazie all’impegno di associazioni e cittadini che stanno costruendo un percorso di legalità. 
È innanzitutto una battaglia culturale, ma il comportamento della cosiddetta classe dirigente non aiuta quelle forze che vogliono il cambiamento. Malaffare e corruzione, politici legati alle cosche. Quante volte è stato sciolto per mafia il comune di San Luca e quante volte, come ora, le elezioni amministrative sono andate deserte? 
Magistrati, carabinieri, poliziotti quotidianamente e con abnegazione riversano il loro impegno su queste contrade: quando gli uomini della ‘ndrangheta usano le armi, la risposta non può che essere repressiva. Ma quando i valori della maggioranza della popolazione vengono calpestati da un ceto politico corrotto e subalterno alle logiche criminali non resta che mobilitarsi per cambiare la politica. Fin quando quel baciamano di San Luca, che per di più arriva nel giorno in cui il Paese festeggia la Repubblica e la Costituzione, resterà impresso nelle nostre menti, saremo sudditi.