REGGIO CALABRIA Evoca spettri di persecuzioni fasciste, ma non riesce a far a meno di mostrare la propria preoccupazione per il perdurante interesse della commissione Antimafia riguardo logge coperte e massoni all’orecchio, il Gran Maestro del Goi, Stefano Bisi. Il pretesto è la proposta di legge presentata dal vicepresidente di palazzo San Macuto, Claudio Fava, insieme al suo capogruppo in Articolo 1, Francesco Laforgia. Ma cosa prevede la norma per preoccupare tanto Bisi?
GREMBIULE VIETATO Primo, la formalizzazione per legge del divieto di appartenere ad associazioni massoniche per magistrati, esponenti delle forze di polizia e delle forze armate, attualmente affidato solo a circolari interne o regolamenti disciplinari. Secondo, l’obbligo di dichiarare l’eventuale appartenenza ad associazioni massoniche per parlamentari e dipendenti pubblici.
«COLMATE LE LACUNE DELLA LEGGE ANSELMI» Una proposta di trasparenza (e buon senso) anche alla luce delle ampie zone di prossimità emerse non solo fra logge e criminalità organizzata, ma anche fra grembiuli e cricche di ogni tipo. «In questo modo – spiega Fava – stiamo tentando di colmare un vuoto normativo che ci portiamo dietro da oltre 35 anni» quando con la legge Anselmi si è tentato di porre un freno alle attività delle associazioni segrete. Per Bisi, quasi un tentativo di lesa maestà.
LA PERDURANTE GUERRA FRA ANTIMAFIA E MASSONERIA «Non accetteremo una legislazione speciale per i massoni» tuona. Eppure, il Gran Maestro ormai dovrebbe esserne consapevole. Per quanto le iniziative della commissione antimafia e dei suoi singoli parlamentari non siano gradite, sono perfettamente legittime e rispettose della Costituzione. Lo hanno detto chiaro i giudici cui il pool difensivo del Goi si è rivolto per tentare di neutralizzare il sequestro degli elenchi dei “fratelli” siciliani e calabresi del Goi, chiesti dalla commissione di palazzo San Macuto e negati da Bisi.
CACCIA AI MASSONI COPERTI Nomi adesso al vaglio dell’Antimafia, che però sembra considerare il lavoro solo parzialmente concluso. «Da una prima lettura degli elenchi degli aderenti alle logge massoniche in Calabria e in Sicilia, non sembra che emergano nomi di straordinaria notorietà – commenta Fava – ma c’è una dimensione di adesione alla massoneria che sfugge a ogni controllo, per esempio con le logge coperte o con ‘i fratelli all’orecchio’».
PROPAGGINI IN PARLAMENTO E per il numero due di Palazzo San Macuto «la sensazione è che ci siano propaggini che si spingono nel Parlamento è più che forte; non mi stupirei se anche in commissione Antimafia ve ne fosse qualcuno». Sarà proprio questo particolare interesse a preoccupare Bisi?
LE ANGOSCE DI BISI «Se sa delle cose le dica – commenta seccato il Gran Maestro – Chi come Fava ha anche i poteri della magistratura oltre a quelli politici – conclude Bisi – non operi sulla base di sospetti ma di fatti». Bisi ha sempre negato l’esistenza di logge occulte o coperte. Eppure non troppi anni fa uno dei suoi predecessori – Giuliano De Bernardo – è uscito dal Goi sbattendo la porta dopo aver denunciato l’ingerenza di mafia e ‘ndrangheta nell’obbedienza proprio grazie a logge segrete. Denunce che da tempo sono in mano ai magistrati.
Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it
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