Condannato a 4 anni e mezzo l'ex consigliere regionale Rappoccio
REGGIO CALABRIA È stato condannato a 4 anni e mezzo di carcere l’ex consigliere regionale Antonio Rappoccio per associazione a delinquere finalizzata alla truffa elettorale, mentre è stato assolto da…

REGGIO CALABRIA È stato condannato a 4 anni e mezzo di carcere l’ex consigliere regionale Antonio Rappoccio per associazione a delinquere finalizzata alla truffa elettorale, mentre è stato assolto dall’accusa di peculato. Per il Tribunale di Reggio Calabria, le cooperative Alicante, Iride solare e Sud energia sono state costituite esclusivamente per alimentare una macchina elettorale basata sull’endemica e profonda fame di lavoro presente fra giovani e meno giovani di Reggio Calabria, cui Rappoccio avrebbe promesso un impiego in cambio del voto. Un sistema scoperchiato grazie agli innumerevoli esposti dell’avvocato Aurelio Chizzoniti, che con le sue denunce ha fatto emergere il sistema di drenaggio dei consensi nascosto dietro le tre coop.
Un sistema che anche il pg Scuderi, nella sua richiesta di rinvio a giudizio, aveva fotografato con parole durissime. «Rappoccio approfittando della grave crisi occupazionale in atto in questa Regione, ancor prima della campagna elettorale per il rinnovo del consiglio regionale della Calabria, iniziava a prospettare concrete possibilità di lavoro presso cooperative strumentalmente costituite che, a suo dire, avrebbero dovuto operare in vari settori e, per ultimo, in quello fotovoltaico attraverso la cooperativa Alicante, la quale nel novembre 2008 bandiva un concorso per la copertura a tempo indeterminato fino a 400 posti di varie categorie professionali, di cui 250 vincitori e 150 idonei in graduatoria, che prevedeva l`assunzione dei vincitori con un contratto individuale di lavoro da parte di una multinazionale operante nel settore della produzione di energia alternativa». Una – finta – selezione gestita «in un secondo momento dalla Iride Solare srl ed infine dalla Sud Energia, società create ad arte dal Rappoccio per continuare a proseguire i suoi fini illeciti e nel contempo fare sparire dalla scena quegli enti sui quali si erano appuntati i sospetti della stampa locale e le accuse del denunciante avvocato Chizzoniti, partecipavano 850 persone circa, cui veniva richiesto, in vista delle consultazioni elettorali del marzo 2010 per il rinnovo del consiglio regionale della Calabria, il proprio sostegno e quello di parenti e amici al Rappoccio, il cui successo veniva prospettato come elemento fondamentale per il raggiungimento dell’obiettivo della creazione dei posti di lavoro oggetto del bando. In particolare, a ognuno dei partecipanti al concorso veniva consegnata una scheda, da restituire ai collaboratori-correi del Rappoccio, la sua segreteria, con l’indicazione degli elettori dei quali si assicurava il voto, l’ubicazione del seggio ed il numero della sezione elettorale».
Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it