«In Calabria la parola "riforme" è una bestemmia»
Nei mesi scorsi mi sono fatto promotore di una proposta di riforma sui B&B e sugli esercizi di affittacamere. Per quanto riguarda i B&B, elevando a sei le camere utilizzabili e a dodici i pos…

Nei mesi scorsi mi sono fatto promotore di una proposta di riforma sui B&B e sugli esercizi di affittacamere. Per quanto riguarda i B&B, elevando a sei le camere utilizzabili e a dodici i posti letto (in sostituzione delle attuali quattro camere e otto posti letto). Per gli esercizi di affittacamere portando a dieci le camere disponibili e venti posti letto (in sostituzione delle attuali sei camere e dodici posti letto). Le ragioni erano state ampiamente dibattute, in primis, dare un impulso fortemente positivo al settore, adeguando la realtà giuridica a quella fattuale. La proposta è stata accolta all’unanimità dal consiglio regionale. Tuttavia, a distanza di pochi mesi, lo stesso consiglio regionale ha fatto dietro front. E lo scorso 29 giugno, l’assise ha revocato la riforma approvata poco tempo prima (per la precisione il 27 gennaio). Per quale ragione? Tale riforma, deliberata all’unanimità, secondo quanto si desume dalla relazione introduttiva alla proposta di revoca (poi approvata dal consiglio): «Non trova alcuna motivazione basata su criteri di opportunità e coerenza con la normativa vigente». In sostanza, la norma va ripensata nelle sue fondamenta. Due domande sorgono spontanee. Ma perché questi rilievi sono giunti solo adesso e non anche in fase di approvazione della norma? Seconda domanda. Ma non sarebbe stato più “coerente” cogliere la palla al balzo per approntare una riforma organica, anziché cancellare un elemento comunque positivamente innovativo? La vicenda, in tutta onestà, denota la totale incapacità dell’attuale compagine di governo di procedere speditamente sulla via delle riforme e della modernità. L’immobilismo è la filosofia che anima, evidentemente l’amministrazione Oliverio, timorosa anche della più semplice riforma. Eppure, per come riconosciuto nella richiamata relazione, altre regioni hanno ampliato i posti letti (sebbene in un quadro di sensibile rinnovamento). Fra queste regioni vale la pena richiamare la Sicilia e la Puglia. Ma in Calabria, la parola “Riforme” sembra quasi una bestemmia. E chissà, forse tra la Rivoluzione e il Riformismo si sceglierà la Terza Via… quella della Restaurazione.
*ex consigliere regionale, coordinatore provinciale Forza Italia Vibo