Ultimo aggiornamento alle 15:51
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 5 minuti
Cambia colore:
 

Sequestrati beni per 1,1 milioni a Matacena

REGGIO CALABRIA Maxisequestro per l’ex deputato di Forza Italia Amedeo Gennaro, attualmente latitante a Dubai, per la moglie Chiara Rizzo e per i loro figli. Per ordine del Tribunale di Reggio Cala…

Pubblicato il: 11/07/2017 – 5:33
Sequestrati beni per 1,1 milioni a Matacena

REGGIO CALABRIA Maxisequestro per l’ex deputato di Forza Italia Amedeo Gennaro, attualmente latitante a Dubai, per la moglie Chiara Rizzo e per i loro figli. Per ordine del Tribunale di Reggio Calabria, sotto sigilli sono finiti conti bancari, in Italia e all’estero, e un fabbricato all’estero, intestato ad una società straniera con sede a Miami in Florida. L’operazione è stata condotta dagli uomini della Direzione investigativa antimafia di Reggio Calabria in ottemperanza del decreto emesso dal Tribunale di Reggio Calabria-sezione Misure di Prevenzione per una condanna di concorso esterno in associazione mafiosa.

SOCIALMENTE PERICOLOSO Già condannato in via definitiva per concorso esterno, salvato dalla prescrizione in un ulteriore processo per corruzione in atti giudiziari e attualmente inseguito da un’ordinanza di custodia cautelare che lo inquadra come insostituibile elemento di raccordo fra ‘ndrangheta e la politica, emessa nell’ambito di un’inchiesta che ha fatto finire sotto processo anche l’ex ministro dell’Interno Claudio Scajola, per i giudici Matacena è un soggetto socialmente pericoloso. «Appare dunque sussistere – si legge nel provvedimento – quella condizione di pericolosità che investe l’intero percorso di vita del proposto che, in presenza di altri requisiti di legge, legittima l’apprensione di tutte le componenti patrimoniali ed utilità, di presumibile illecita provenienza, delle quali non risulti, in alcun modo, giustificato il legittimo possesso».

IL POLITICO IMPRENDITORE AMICO DEI CLAN Noto armatore, grande mattatore degli appalti pubblici a Reggio Calabria nell’epoca Scopelliti, ex stellina di Forza Italia in Calabria, per i magistrati Matacena ha sempre svolto un ruolo fondamentale nello scenario criminale di Reggio città e non solo.  Grazie a lui, che per anni si è nascosto dietro la A&A ed altre società, i clan avrebbero avuto accesso ai più “succulenti” cantieri aperti in città a spese del Comune e – afferma il pentito Franco Pino – nel tempo ha avuto anche «incontri diretti, finalizzati alla risoluzione e alla mediazione in complessi affari» con esponenti di primo piano di cosche operanti nella Piana di Gioia Tauro e nel Catanzarese, dai quali riceveva l’impegno di un pieno appoggio in favore di candidati da lui sostenuti e a lui vicini in occasione di tornate elettorali.

UN AMICO IN PARLAMENTO  Ma per i pm il politico- imprenditore è stato anche uno dei “migliori amici” che la ‘ndrangheta abbia avuto in Parlamento, pronto a dare sponda alle iniziative dei clan, inclusi i tentativi di delegittimazione dei magistrati reggini, in quegli anni impegnati nell’inchiesta Olimpia. Un ruolo concordato – ipotizzano i pm – durante un summit organizzato nel ’91 a Polsi.

LA RIUNIONE DI POLSI A raccontarlo è il pentito Pasquale Nucera, secondo il quale a quella riunione convocata per parlare di «un progetto politico» c’erano tutti i capi più importanti delle ‘ndrine calabresi, convocati per ascoltare il messaggio portato dalla Sicilia da Giovanni Di Stefano. Un personaggio misterioso «che parlava italiano con un accento inglese o forse americano» qualche anno fa finito in carcere per truffa in Gran Bretagna, ma in passato al centro di storie e traffici in odor di mafia e servizi tra l’Italia e i Balcani. «Di Stefano – ha dichiarato Nucera – disse che bisognava appoggiare il nuovo “partito degli uomini” che doveva sostituire la D.C. in quanto questo ultimo partito non garantiva gli appoggi e le protezioni del passato. Alla predetta riunione erano presenti tutti i vari esponenti dei locali della “‘ndrangheta». E c’era Matacena jr, «appartato con Antonino Mammoliti di Castellace».

SALVATE MATACENA Di lì a qualche anno, l’imprenditore è entrato in parlamento sotto le bandiere di Forza Italia. E – ipotizzano i pm – è diventato la proiezione politico-istituzionale- imprenditoriale dei clan che consapevolmente agevolava gli interessi della ‘ndrangheta nella sua composizione unitaria».  Ecco perché – emerge dall’indagine – quando il passaggio in giudicato della sentenza che lo ha visto condannato per concorso esterno ha minacciato di minarne l’operatività si è messo in moto un network politico, imprenditoriale, istituzionale composito. Una rete di cui per i magistrati fa parte «insieme ad altri in corso di identificazione» anche l’ex ministro dell’Interno Claudio Scajola, attualmente imputato per intestazione fittizia di beni e procurata inosservanza di pena, entrambe appesantite dall’aggravante mafiosa.

LA COMPLICITÀ DI SCAJOLA Sarebbe stato lui, afferma da tempo il procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo, che ha coordinato le indagini del centro Dia a Reggio Calabria, ad aiutare Matacena ad occultare il suo immenso patrimonio a sottrarsi alla condanna definitiva per mafia, organizzando (invano) un esilio dorato in Libano.

(AL)L’OMBRA DI DELL’UTRI Un piano poi fatto saltare dall’inchiesta della Dda reggina, secondo gli inquirenti speculare – nelle tappe e nei contatti – a quello che ha permesso di fuggire ad un altro grande latitante, Marcello Dell’Utri, poi arrestato in Libano e adesso al centro di una campagna stampa che ne pretende la scarcerazione per motivi di salute. Come e più di Matacena, per i giudici che lo hanno condannato il politico per anni è stato al servizio di consorterie e cosche, logge, circoli segreti. Esattamente il ruolo che – affermano i magistrati – anche Matacena avrebbe svolto. In modo riservato. 

 

 

 

Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x