REGGIO CALABRIA Finì nell’inchiesta che portò allo scioglimento del consiglio comunale di Reggio Calabria. Ma non era lei ad essere indagata. In questo caso di omonimia è finita Danila Cotroneo che, come viene raccontato dalle pagine de Il Quotidiano del Sud, riceverà un maxirisarcimento da parte del ministero dell’Interno su decisione del Tribunale di Roma. La donna, che è risultata essere poi quella “sbagliata”, nata a Reggio nel 1982, finì nella relazione finale della commissione in cui risultava essere una commercialista associata allo studio di Donatella Muzzupappa, moglie di Dometrio Arena, sindaco di Reggio in quel periodo. I due, Arena e la moglie, in regime di conflitto di interessi, avrebbero percepito come consulenti redditi dalla Multiservizi, la municipalizzata sciolta poi per mafia. Ma lei appunto, non c’entrava nulla perché la sua omonima, nata sempre a Reggio, era del 1962. Un errore, questo, che ha anche leso l’immagine della donna vittima del caso dello scambio di persona che al contrario dell’altra, non solo abitava a Roma, ma era impegnata nel contrasto alle mafie e in attività sociali. Il ministero, nonostante l’opposizione «perché la relazione doveva rimanere riservata», è stato condannato a risarcire la vittima (assistita dall’avvocato Nino Polimeni) con 100mila euro, liquidando anche le spese processuali.
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