CATANZARO È la Regione Calabria il peggior nemico delle Province calabresi. Al di là dei formalismi e dei toni istituzionali, la nota che racconta l’ultimo incontro dell’Upi è una dura presa di posizione contro i vertici della Cittadella regionale. Che, sordi a ogni richiesta, mettono letteralmente in dubbio la sopravvivenza degli enti presieduti da Enzo Bruno (Catanzaro), Franco Iacucci (Cosenza), Nicodemo Parrilla (Crotone) e Andrea Niglia (Vibo Valentia, all’incontro era presente anche Pasquale Fera). Gli accordi sono già presi, vanno attuati. E invece tutto resta congelato, «creando enormi difficoltà economiche alle Province». Lo “strappo” è istituzionale e politico. Perché a guidare la “rivolta” ci sono Enzo Bruno, che presiede l’Upi Calabria, e Franco Iacucci, ex braccio destro del governatore Oliverio, a testimonianza che la frattura sulla legge Delrio attraversa il Pd in maniera verticale. Intanto, la battaglia continua. E l’Upi avanza una serie di richieste: «L’urgente convocazione dell’Osservatorio regionale per l’attuazione della legge di riforma Delrio, da tempo richiesta, alla presenza del presidente della Regione, Mario Oliverio; la definizione di una legge regionale che chiarisca in maniera netta l’attribuzione delle funzioni residuali alle Province, a partire dalla gestione dei Centri per l’impiego, oggetto di una convenzione scaduta che attende di essere rinnovata da mesi». Sono solo alcuni degli argomenti trattati nella riunione di oggi a Cosenza. Massima urgenza per la richiesta della convocazione urgente dell’Osservatorio regionale permanente. È necessario che si definisca «la complessa problematica delle competenze e delle funzioni residuali che le Province calabresi continuano a garantire a seguito della Legge Delrio (Legge 56/2014) e della Legge regionale n.14/2015».
«Il presidente dell’Upi Calabria Bruno – si legge in una nota diffusa al termine dell’incontro – ha relazionato sull’esito della recente riunione del direttivo nazionale sulle piattaforme sia istituzionale che finanziaria, soffermandosi sui criteri di ripartizione dei 78 milioni di euro messi a disposizione dal governo con la recente approvazione del Decreto Mezzogiorno, grazie alla mobilitazione dell’Upi nazionale, che risultano essere fondamentali per l’approvazione dei bilanci entro il 30 settembre. Dal varo del documento economico-finanziario degli Enti intermedi dipende la garanzia di servizi fondamentali come la manutenzione di strade e scuole, che significa prima di tutto mantenere la sicurezza dei cittadini dei territori provinciali. E che senza l’attribuzione delle risorse necessarie risultano essere seriamente a rischio».
In Calabria, però, non si registra alcun passo in avanti: «Dopo l’avvio del confronto che ha portato alla convocazione dei tavoli tecnici per la definizione delle partite economiche tra le singole Province e la Regione Calabria, con particolare riferimento alle funzioni ed alle competenze residuali, quali i parchi, musei, strutture sportive, Centri per l’impiego, la questione del conferimento delle somme anticipate dalle Province continua ad essere in sospeso, creando enormi difficoltà economiche alle Province».
«Si tratta dell’esercizio di competenze finora garantite – esattamente dall’ottobre 2014 ad oggi – e che necessitano di accordi formali e di convenzioni utili per la prosecuzione della erogazione di molteplici servizi all’utenza e del riconoscimento delle spese sostenute – prosegue la nota –. A partire dalla definizione della gestione dei Centri per l’impiego, i cui servizi vengono garantiti in virtù di una convenzione siglata nel 2016, ormai scaduta, e che deve essere rinnovata a partire dalla definizione di nodi cruciali come il turn over e la regolarizzazione dei trasferimenti regionali per il pagamento degli stipendi e lo svolgimento dei servizi».
È in dubbio il futuro delle Province, «e non solo dal punto di vista finanziario». Per questo «i presidenti degli Enti intermedi calabresi chiedono con forza una celere risposta legislativa regionale che consenta di restituire con urgenza autonomia organizzativa e gestionale ad una istituzione costitutiva della Repubblica, e per questo sollecitano un incontro con la giunta Oliverio».
«Si tratta di funzioni – sottolineano i presidenti – che hanno comportato un notevole impegno finanziario giuridicamente vincolante che deve essere garantito dalla Regione Calabria, a pena del rischio di compromettere lo stesso esercizio delle funzioni fondamentali assegnate alla Provincia dalla legge Delrio e di dovere interrompere le attività ed i servizi, con gravi ripercussioni sia d’ordine sociale che ambientale e culturale». Il rischio è la paralisi nella gestione di strade e scuole, due compiti non esattamente di secondo piano.
«L’Upi Calabria, quindi, chiede al governatore Mario Oliverio una riunione urgente sull’applicazione della legge Delrio – scrivono Bruno, Iacucci, Niglia e Parrilla –, sul sistema delle autonomie locali, sulle funzioni fondamentali e sul ruolo strategico delle Province nelle funzioni fondamentali come Ambiente e Trasporti, aprendo un confronto sulla costituzione degli Ato per la gestione idrica e dei rifiuti, e sulla gestione dei fondi erogati per il dissesto idrogeologico».
Dopo aver avviato rapporti costruttivi con l’Anci Calabria, e convenuta la necessità di convocare un incontro con il presidente Gianluca Callipo per la definizione di una piattaforma comune dopo Ferragosto, i presidenti delle Province calabresi «hanno stabilito di invitare tutti i parlamentari calabresi ad aprire un confronto sul futuro delle Province calabresi per definire un percorso di rivendicazioni a difesa dell’esercizio in capo agli enti intermedi di funzioni fondamentali per la sicurezza dei cittadini».
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