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Terremoti, Tansi: «In Calabria 142mila case abusive»

CATANZARO «Un terremoto insignificante (magnitudo 4) che in Giappone ed Usa non farebbe neanche notizia, ad Ischia ha fatto sbriciolare interi palazzi che hanno ucciso vittime innocenti. Sono croll…

Pubblicato il: 22/08/2017 – 13:56
Terremoti, Tansi: «In Calabria 142mila case abusive»

CATANZARO «Un terremoto insignificante (magnitudo 4) che in Giappone ed Usa non farebbe neanche notizia, ad Ischia ha fatto sbriciolare interi palazzi che hanno ucciso vittime innocenti. Sono crollati gli edifici abusivi, realizzati senza progetto e con cemento depotenziato, mentre quelli realizzati a norma di legge sono rimasti perfettamente in piedi e immacolati». Ad affermarlo è il geologo Carlo Tansi, direttore della Protezione civile della Regione Calabria, evidenziando che «il terremoto non uccide ma sono le case costruite male che crollano e uccidono». «La Calabria – prosegue – è una regione tra le più esposte al mondo al rischio sismico, dove le faglie sono in grado di generare terremoti di magnitudo molto molto più elevata e che hanno fatto molte molte più vittime del terremoto di Ischia: 7.2 terremoto del 1908 (120.000 morti), 7.1 terremoto del 1783 (35.000 morti), 7.0 terremoto del 1638 (10.000 morti), giusto per citare i sismi più violenti tra i tanti che hanno martoriato la Calabria. Ebbene sì, proprio in Calabria queste catastrofi non ci hanno insegnato un bel niente: il numero di case abusive censite ufficialmente dal catasto sono 142.000. E anche tutte queste case abusive, dove abitano centinaia di migliaia di calabresi, così come è accaduto ad Ischia, se vicine all’epicentro potrebbero sbriciolarsi e uccidere. Chi ha realizzato case abusive in Calabria deve seriamente preoccuparsi, deve avere paura anzi il terrore del terremoto. Chi invece ha costruito le case a norma di legge, dopo gli anni 80, può dormire sonni tranquilli, anzi tranquillissimi. Non facciamo scongiuri alla Cetto Laqualunque, ma ragioniamo e cambiamo cultura. Possiamo aggirare le leggi degli uomini ma non quelle della natura che, anche con i terremoti, non fa sconti a nessuno e prima o poi, inesorabilmente, si riprende tutto ciò che le appartiene, case comprese». «Per abbattere drasticamente il rischio sismico – afferma Tansi – l’unica via percorribile, abbandonando la nefasta cultura del fatalismo, è la prevenzione. Questa si può attuare attraverso due vie: approvare una legge che imponga di abbattere le case abusive; in mancanza del libretto del fabbricato, sensibilizzare l’opinione pubblica a verificare autonomamente la qualità degli edifici realizzati prima degli anni 80, avvalendosi di tecnici qualificati (ingegneri, architetti e geologi) e provvedere, nel caso fosse necessario, alla loro messa in sicurezza. Può dormire tranquillamente su sette cuscini infine chi abita in edifici realizzati a norma di legge dopo gli anni 80».
«Ho precisato ‘dopo gli anni 80’ – afferma Tansi – perché all’abusivismo si aggiungono i centri storici e gli edifici realizzati soprattutto durante il boom edilizio degli 60/70, epoca non esistevano le cosiddette ‘leggi sismiche’. Queste leggi nazionali, che pongono vincoli sugli edifici per renderli più resistenti ai terremoti, sono diventate sempre più rigide e restrittive a partire dai terremoti del 1976 (Friuli) e del 1980 (Irpinia). Per gli edifici degli anni 60/70 e per i centri storici è ormai ineludibile una legge che renda obbligatorio il cosiddetto ‘Libretto del fabbricato’, che impone l’obbligo di verificare la vulnerabilità sismica di tutti gli edifici, pubblici e privati, con studi di tipo ingegneristico (per verificare la qualità delle strutture) e geologico (per verificare la propensione dei terreni su cui sorgono gli edifici ad amplificare gli effetti dei terremoti)». «Il libretto del fabbricato – prosegue – è un po’ come il libretto di circolazione per un’auto che necessita di periodiche revisioni; ci preoccupiamo e spendiamo soldi per la revisione della nostra auto, perché non dovremmo fare altrettanto per ‘revisionare’ periodicamente le case in cui viviamo, fattore da cui dipende la nostra vita e quella dei nostri figli in caso di terremoto? Questa ‘revisione’ – oltre a fornire elementi tecnici per apporre i necessari correttivi strutturali agli edifici e renderli adeguati a resistere ai terremoti – consentirebbe di classificare ogni edificio in base alla vulnerabilità sismica, con criteri simili alla classificazione energetica: permetterebbe così in sostanza di apporre sul portone di certi edifici una sorta di ‘bollino rosso’ per indicarne l’alta vulnerabilità e quindi la propensione a crollare in caso di terremoto. Perché a mio avviso non è mai decollata la legge che rende obbligatorio il libretto del fabbricato che salta alla ribalta ad ogni terremoto ma che poi torna ‘stranamente’ nel dimenticatoio? Perché tocca interessi di potenti lobby in quanto innescherebbe un crollo del mercato immobiliare: chi comprerebbe un appartamento, anche in pieno centro, in un palazzo con il bollino rosso a rischio-sbriciolamento in caso di terremoto?».« Allo stato attuale – conclude Tansi – la scienza non consente di prevedere il momento esatto in cui si verificherà un terremoto. La scienza sa però dove sono collocate le faglie e, quindi, dove colpirà il terremoto che, di certo prima o poi, si verificherà in ben note zone d’Italia, tra cui la Calabria».

ANCE CALABRIA: FONDAMENTALE PREVENIRE E SENSIBILIZZARE «La tragedia di Ischia deve richiamare con forza l’attenzione sul tema della prevenzione antisismica, soprattutto in una regione come la Calabria. Basti ricordare, solo per fare un esempio, che la provincia di Reggio è classificata ai massimi livelli di rischio in Italia (zona 1). Occorre passare dalle parole ai fatti, attuando gli strumenti che già esistono ma che molto spesso restano solo lettera morta». Lo afferma il presidente di Ance Calabria Francesco Berna. «Noi costruttori edili – prosegue – chiediamo da tempo un’attenzione specifica su questa materia. Purtroppo, in Italia, si continua a discutere di problemi molto seri, come questo, solo nella fase di emergenza, mentre sarebbe più giusto e utile occuparsi di pianificazione e prevenzione. È l’unico modo per evitare di avere altre vittime innocenti e di impedire il crollo di interi quartieri, a causa di scosse telluriche che non sono neppure di grande intensità ma che finiscono per essere devastanti in territori che, come denunciato dal direttore della Protezione civile calabrese Carlo Tansi, sono martoriati dall’abusivismo edilizio. Siamo favorevoli all’introduzione del libretto del fabbricato obbligatorio. Si tratta di uno strumento in grado di trasferire ai proprietari degli immobili, agli eventuali conduttori e alla pubblica amministrazione, tutte le informazioni su quegli stabili: dalla classificazione energetica a quella, appunto, antisismica, oltre all’indicazione degli eventuali interventi da adottare per la messa in sicurezza dei manufatti. In tal modo, i cittadini avrebbero maggiore consapevolezza della situazione strutturale delle case in cui vivono. Mentre a livello nazionale questa proposta segna il passo, a livello regionale noi di Ance abbiamo già avviato una proficua interlocuzione con l’assessore ai Lavori pubblici Roberto Musmanno, con l’obiettivo di cantierizzare già nel mese di settembre l’iter per l’obbligatorietà del libretto del fabbricato». Per il presidente di Ance Calabria, «la prevenzione non può essere una parola vuota di cui riempirsi la bocca all’indomani di una catastrofe. Non servono a nulla le cosiddette “lacrime di coccodrillo” ma occorre essere operativi. Anche perché bisogna riconoscere che il Governo nazionale, in questa materia, ha varato una serie di misure utili. Su tutte, il nuovo “sisma bonus” che prevede detrazioni Irpef fino all’85% (nel caso di condomini) dei costi per le opere di recupero edilizio finalizzate alla riduzione del rischio derivante da terremoti». In questo contesto, secondo Francesco Berna, «è indispensabile che l’attività di prevenzione si sviluppi anche attraverso fondamentali momenti di informazione a favore dei cittadini. In pochi, ancora, conoscono le leggi vigenti in materia, i benefici fiscali esistenti che rendono irrisori i costi a carico dei proprietari, nonché l’importanza sostanziale di questi interventi. A tal fine – conclude Berna –
Ance Calabria fin dal prossimo mese di settembre promuoverà una serie di incontri sui territori delle cinque province, per realizzare una campagna di comunicazione e sensibilizzazione su questi temi, coinvolgendo gli stakeholder, le associazioni di categoria, gli ordini professionali, le associazioni dei consumatori e l’intera cittadinanza».

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