È morta, all’età di 76 anni, Marina Ripa di Meana. Da oltre 16 anni combatteva contro il cancro, come lei stessa aveva raccontato in una confessione shock a Barbara D’Urso a Pomeriggio 5 a maggio e la scorsa estate, nelle ultimissime apparizioni televisive, si era presentata con il corpo coperto da una veletta a causa dei segni sul viso lasciati da una terapia contro il male. Nata a Reggio Calabria il 21 ottobre 1941 con il nome di Marina Elide Punturieri, coniugata Ripa di Meana e precedentemente nota come Marina Lante della Rovere, è stata un personaggio eccentrico della cultura e dello spettacolo italiano conosciuta anche per i matrimoni con Alessandro Lante della Rovere, prima, e con Carlo Ripa di Meana. Ai suoi amici – scrive Dagospia – aveva detto: «Sarà il mio ultimo Natale». Ha scritto una decina di libri (“I miei primi quarant’anni” nel 1984, “Vizi, veleni e velette” nel 1990, “Lettere a Marina” nel 2006 e “Roma al Rogo nel 2008” e ha diretto un film, il thriller “Cattive ragazze” (1992) con protagonista Eva Grimaldi. Ha partecipato a svariate campagne a sfondo animalista contro l’uso delle pelli e delle pellicce, e di recente era attivista per la diagnosi precoce dei tumori.
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