Non ci fu estorsione, Abbruzzese e Zoubir assolti a Cosenza

COSENZA Rocco Abruzzese e Hamid Zoubir sono stati assolti perché il fatto non sussiste. È questo il verdetto pronunciato dal collegio giudicante del tribunale di Cosenza presieduto da Giusi Ianni con a latere i giudici Urania Granata e Marletta Formoso. Per i due imputati l’accusa era di tentata estorsione aggravata da metodo mafioso. Abbruzzese e Zoubir, uno cosentino l’altro di origini marocchine, furono arrestati a fine gennaio del 2015 dopo la denuncia di un imprenditore che aveva riferito agli organi inquirenti le modalità con le quali avrebbe subito i metodi e le modalità dell’estorsione. 
Ad occuparsi della vicenda fu all’inizio Pierpaolo Bruni sostituto procuratore della Dda, oggi a capo della procura del tribunale di Paola poi il pm Camillo Falvo, mentre la requisitoria e la fase di discussione sono state affidate al pubblico ministero Domenico Assumma il quale aveva chiesto per entrambi gli imputati la condanna a 4 anni di reclusione. Dell’intera operazione si occupò la Direzione distrettuale antimafia visto il presunto coinvolgimento dei due imputati nella cosca degli “Zingari” particolarmente attenzionata e attiva nella città di Cosenza. Il tribunale però ha accolto le tesi del collegio difensivo composto da Rosanna Cribari, Filippo Cinnante, Pasquale Marzocchi e Gaetano Bernaudo che nel corso della fase di discussione hanno, rappresentando gli interessi dei loro assistiti, smontato la natura dell’impianto accusatorio e provato l’innocenza di Abruzzese e Zoubir. 

mi. pr.