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A Cosenza è la “Giornata dei debiti”

COSENZA «Stiano tranquilli i cittadini. Non pagheranno nessuno dei miei debiti e non esiste nessuna incompatibilità per la mia carica». Alle spalle di Mario Occhiuto si è riunito tutto lo stato maggi…

Pubblicato il: 02/03/2018 – 15:45
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A Cosenza è la “Giornata dei debiti”
A Cosenza è la “Giornata dei debiti”

COSENZA «Stiano tranquilli i cittadini. Non pagheranno nessuno dei miei debiti e non esiste nessuna incompatibilità per la mia carica». Alle spalle di Mario Occhiuto si è riunito tutto lo stato maggiore dell’amministrazione comunale. Qualche assente giustificato o ritardatario tra i consiglieri ma la giunta rimane in piedi a presidio del “comandante”. Alle idi di marzo dell’anno 2018 il “cesaricidio” di Mario Occhiuto non si consuma, anzi i “consoli” che ne sostengono il governo, come l’assessore al Bilancio Luciano Vigna, suonano la carica: «Se sento parlare ancora dei debiti di questa amministrazione vi farò trovare il salone di rappresentanza pieno di faldoni di tutte le magagne fatte dal centrosinistra negli anni di governo della città».

CONSIGLIO COMUNALE SUI DEBITI Al fianco di Carlo Guccione nel “Link Hotel” ci sono Damiano Covelli e Bianca Rende, entrambi del Partito democratico, manca un pezzo grosso dell’opposizione e più tardi Occhiuto riferirà: «Ho ricevuto degli sms da alcuni consiglieri di minoranza che mi hanno detto in modo esplicito che si dissociavano da questa iniziativa di Guccione». E il consigliere regionale che per primo apre l’argomento dei debiti personali e decreti ingiuntivi nei confronti del comune sferra il dardo infuocato al municipio. «Non c’è nessuna persecuzione nei confronti di Occhiuto – dice Guccione – vogliamo soltanto sapere che cosa si nasconde nel sistema che si è creato a palazzo dei Bruzi e che ha portato l’amministrazione a non costituirsi in giudizio per le cartelle di Equitalia riferibili al sindaco». E poi passa all’altro argomento caldo. «Abbiamo accertato che ci sono dei decreti ingiuntivi nei confronti dell’ente. Lo diciamo da prima della campagna elettorale – presegue Guccione – certamente Occhiuto è al governo da sette anni, se continua a riferirsi al passato vuol dire che ammette il fallimento visto che vive di rendita dei progetti di Mancini». Bianca Rende ha inoltre comunicato come sia stata fatta richiesta per discutere dell’intera vicenda in consiglio comunale. «Unico luogo deputato – dice la consigliera – alla discussione degli argomenti che riguardano la città».

CASSE COMUNALI Guccione ha affermato nel corso della conferenza stampa come sia estremamente preoccupato che a gestire le casse del comune sia una persona condannata in primo grado per bancarotta fraudolenta (parla dell’assessore al Bilancio Luciano Vigna, condannato in primo grado per il caso Tesi, ndr). Complice lo scirocco, la notizia dal “Link hotel” al municipio è arrivata in tempi rapidi. E l’assessore non se la tiene. «In altri contesti non avrebbero neanche avuto diritto di tribuna – dice Vigna». Tira subito in ballo la rimborsopoli del dem Guccione. «Non ho fatto nessuna cresta sui soldi dei cittadini, avessi fatto io quello che ha fatto lui mi sarei totalmente vergognato». E conclusa la parentesi personale l’assessore al Bilancio sciorina i dati in suo possesso. «L’opposizione li chiama debiti ma sono dei residui passivi. Attualmente la cifra è di 36 milioni, leggermente sopra la media ma inferiore rispetto al periodo di governo del centrosinistra. Quando abbiamo vinto le elezioni la prima volta – aggiunge l’assessore – il residuo passivo era di 170 milioni di euro più altri 30 milioni fuori bilancio, noi abbiamo risanato l’ente e abbiamo anche dovuto stralciare 130 milioni di euro di crediti perché erano dei numeri totalmente inventati». Gira le tabelle Vigna e tra un numero e l’altro spiega come ogni anno fino al 2040 il comune debba partire da “meno” dieci milioni che è la cifra pagata per evitare il dissesto. «I debiti con Sorical sono passati da 18 a 6, non abbiamo più il problema delle cooperative. Il governo di centrosinistra – conclude Vigna – è stato l’unico che per tre giorni, nonostante la mole di debiti, riuscì a spendere oltre 1 milione di euro per Capodanno e due spettacoli al Rendano».

TASCHE PERSONALI «A 24 ore dal voto la mia posizione viene tirata in ballo». Per Mario Occhiuto è tutta campagna elettorale e la sentenza del tribunale di Cosenza, secondo il primo cittadino, ha delle irregolarità che verranno poi sollevate in Appello. A chiarirlo ci pensa l’avvocato comunale Giovanni De Rose: «Abbiamo appreso della sentenza e contestualmente abbiamo richiesto il fascicolo. Ci sono degli errori a nostro avviso che sono gravi come la pignorabilità e il quantitativo lordo che dovrebbe essere pignorato ma ciò non ha senso visto che l’Irpef non è pignorabile. Non è una sentenza che assegna dei debiti – aggiunge l’avvocato – né tantomeno in base all’art 63 del Tuel si profila l’incompatibilità. Equitalia potrebbe chiedere i soldi al Comune ma è una delle tante possibilità, non l’unica». L’ultima parola della doppia conferenza “maggioranza-opposizione” la strappa Occhiuto. «Ho contribuito e non poco con le mie tasse, alcune cose possono capitare durante il percorso professionale, ma adesso non possiamo più accettare le accuse e gli attacchi denigratori da campagna elettorale».

Michele Presta
redazione@corrierecal.it

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