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La paternità di “Grassettopoli” secondo il sindaco di Caraffa

Egregio Direttore, il susseguirsi di articoli sul Suo giornale – riferiti alla realizzazione, nel territorio del Comune di Caraffa di Catanzaro, del progetto integrato di edilizia sovvenzionata/agevo…

Pubblicato il: 04/03/2018 – 11:28
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La paternità di “Grassettopoli” secondo il sindaco di Caraffa
La paternità di “Grassettopoli” secondo il sindaco di Caraffa

Egregio Direttore,
il susseguirsi di articoli sul Suo giornale – riferiti alla realizzazione, nel territorio del Comune di Caraffa di Catanzaro, del progetto integrato di edilizia sovvenzionata/agevolata destinata alle Forze dell’Ordine e ai dipendenti del Ministero dell’Interno – impongono un mio intervento chiarificatore e, mi duole, di difesa dalle ingiuste accuse, attesa la non veridicità delle affermazioni, gravi, ivi contenute.
Mi ha molto colpito la facilità con la quale sono state fornite notizie e formulate accuse, con addebiti al “governo di centro destra” circa la paternità dell’intervento, successivamente solo subìto dal “governo di centro sinistra” in una sorta di iter parallelo, taciuto e affatto trasparente.
Non è così.
Se solo fosse stata richiesta la documentazione sottesa al lungo e complesso iter condotto dalla Regione Calabria, si sarebbe potuto accertare come – contrariamente a ciò che viene urlato sui giornali – sia la sottoscrizione dell’accordo di programma tra la Regione Calabria e il Comune di Caraffa di Catanzaro sia la successiva sua approvazione siano riconducibili alla Giunta di centrosinistra del Presidente Agazio Loiero.
Nel dicembre del 2007 l’accordo fu materialmente sottoscritto dall’assessore all’urbanistica On.le Michelangelo Tripodi e il successivo febbraio 2008 il Presidente Loiero approvò l’accordo con proprio Decreto Presidenziale n° 99 del 2.5.2008 che determinò, tra l’altro, l’immediata variazione dello strumento urbanistico vigente nel Comune di Caraffa di Catanzaro.
Successivamente, la sottratta disponibilità di una piccola parte del terreno, di proprietà privata, interessato dall’intervento, impose una sua rilocalizzazione, limitata invero a una traslazione di appena 350 metri.
Dunque, stessa area, stessa zona, stessa estensione.
La proposta rilocalizzazione ha ottenuto, dapprima, l’approvazione del Comune di Caraffa di Catanzaro (Deliberazione Consiglio Comunale n° 36 del 30.7.2013); quindi, il “parere favorevole” della Regione Calabria (Dipartimento Urbanistica prot. n° 360810 del 19.11.2013).
Ottenuti i necessari pareri previsti dalla legge, la Regione Calabria e il Comune di Caraffa di Catanzaro, in data 4.11.2014, hanno potuto sottoscrivere il nuovo accordo di programma (resosi necessario attesa la rilocalizzazione dell’intervento).
Proprio il governo regionale di centro destra guidato da Giuseppe Scopelliti e la Provincia di Catanzaro retta da Wanda Ferro mise, in quel periodo temporale, in forte pericolo la fattibilità dell’intervento, rinviando ingiustificatamente la ratifica dell’accordo.
E’ stato il “Decreto Crescita” adottato dal Governo Letta a permettere una riapertura dei termini e a consentire al Presidente Oliverio la successiva approvazione dell’accordo con proprio decreto n° 140 del 4.12.2015.
Non ha dunque senso e giustificazione aver etichettato come “di centrodestra” l’intervento, così come imputarlo addirittura alla Lombardia e a Infrastrutture Lombarde. Così come improprio ed equivoco etichettarlo come “Grassettopoli”, legando alla società Grassetto (che realizzerà l’intervento edilizio avendo vinto un bando pubblico bandito dal ministero dell’Interno) il nome di personaggi che sono fuori dalla Società sin dal 1996.
Sono certo si sia trattato solo di errate conclusioni addebitabili alla ignoranza documentale e non – come pure potrebbe darsi a intendere – per procurare facile e tempestivo allarmismo o, addirittura, per mettere in difficoltà il Presidente Oliverio in questo particolare momento storico. Saggia e utile, al riguardo, è la scelta del Presidente di chiedere chiarimenti al Comune di Caraffa.
Un discorso a parte merita la decisione adottata dalla struttura tecnica della regione (il c.d. parere VAS), richiesto dal Comune nel settembre 2013 e rilasciato solo nel novembre 2017, dopo più di quattro anni e dunque ben oltre il termine massimo di 180 giorni stabilito dalla legge.
Il parere – anch’esso, mi rendo conto, sottratto alla conoscenza di chi ha scritto gli articoli – non pone alcun problema di impedimento della progettualità (o meglio della sua realizzabilità) ma suggerisce solo una “sua diversa soluzione localizzativa” sulla base di generiche considerazioni di matrice esclusivamente ambientale.
Invero, ogni parere tecnico, edilizio, sismico, geologico e geomorfologico è stato acquisito e, anzi – per come attestato dalla stessa Regione Calabria – “nell’ambito delle procedure di verifica a VAS non sono pervenute osservazioni da parte delle Amministrazioni con competenza ambientale consultate”. Il riferimento è ovviamente all’insieme dei soggetti pubblici competenti in materia ambientali ai quali è stata trasmessa l’intera progettualità, e quindi ben 9 Dipartimenti della Regione Calabria, la Provincia di Catanzaro, la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria, l’ASP di Catanzaro, l’ATO territorialmente competente e il Consorzio di Bonifica di Catanzaro.
Dunque, in merito ai soli rilievi ambientali da parte della struttura tecnica VAS, l’Ufficio Tecnico del Comune di Caraffa, sin da novembre, sta adottando ogni possibile accorgimento utile per mitigare ancor di più l’impatto ambientale (realizzazione di un parco di diversi ettari, implemento delle aree verdi, efficientamento energetico, ecc.).
Lo stesso progetto prevede già, quale perequazione urbanistica, la cessione gratuita al Comune di Caraffa del 42% della superficie che sarà nella maggior parte destinata a verde pubblico. Gli introiti così realizzati dal Comune saranno interamente investiti nella viabilità (strada di collegamento area Germaneto-Caraffa) e nella riqualificazione del centro urbano.
Sarà realizzato non una “colata di cemento”, come falsamente si è scritto, ma, per la tipologia edilizia adottata, un borgo con aree verdi, spazi, negozi di vicinato, che si inserisce in una area già ritenuta idonea e dotata di servizi e di importanti infrastrutture di trasporto (strade, ferrovia, costruenda metropolitana), per come emerge dalla stessa relazione istruttoria di verifica di Assoggettabilità a VAS del Dipartimento Ambiente della Regione Calabria (Decreto n. 17673 del 23 dicembre 2013).
Infine, sul tema delle legalità e della sicurezza è stata da me richiesta alla Prefettura di Catanzaro la sottoscrizione di un apposito “Protocollo di Legalità”, esteso anche alla parte di edilizia privata e che regolamenterà, in particolare, le fasi di affidamento e di esecuzione dei lavori. Inoltre, la Convenzione che sarà stipulata con il Ministero delle Infrastrutture contiene stringenti norme di salvaguardia. Tra l’altro è prevista la costituzione di un Comitato di Sorveglianza che sovrintenderà alla realizzazione delle opere.
Come è a Lei noto, Direttore, la Legge speciale che cofinanzia questi progetti nasce proprio come “legge per contrastare la criminalità organizzata” nelle aree a rischio.
In tale cornice di indubbia legalità e trasparenza, il mio fine, quale Sindaco, è sempre quello di tutelare gli interessi del mio Comune, l’intero suo territorio, le piccole imprese ferme da anni, la gente senza lavoro.
Mi auguro che la Sua replica, che certamente non mancherà come sempre accade, sia preliminarmente tesa ad acquisire gli atti affinché possa, successivamente, valutarli con il rigore che Le riconosco.

Antonio Sciumbata
sindaco di Caraffa di Catanzaro

Ringraziamo il sindaco di Caraffa per il suo lungo riepilogo dei fatti. Che, tuttavia, non fa venir meno le questioni sollevate negli ultimi giorni. L’elaborato approvato dalla giunta di centrosinistra nel 2007, secondo quanto ci risulta e deduciamo dalla sua stessa ricostruzione, è un progetto diverso da quello il cui iter è stato bocciato (su questo non possono esserci dubbi) dai tecnici della Regione Calabria.
L’attuale maxi insediamento è frutto di un Accordo di programma quadro firmato tra il Comune di Caraffa e l’amministrazione regionale guidata dal centrodestra, dunque sulla sua paternità (che si tratti di una colata di cemento o di un’oasi di tranquillità a pochi passi da Catanzaro) non ci siamo sbagliati.
C’è, oltretutto, nella tempistica illustrata dal sindaco Sciumbata, un passaggio che autorizzerebbe ulteriori malizie – che ci siamo guardati bene dall’inserire nei nostri servizi: l’Accordo che stabilisce la rilocalizzazione dell’intervento è stato sottoscritto il 4 novembre 2014, a campagna elettorale in corso (e con il centrodestra prossimo ad abbandonare il governo della Regione). Ha, dunque, i connotati di una pratica “da fine Impero”. Insomma, è un progetto antico (ricorderà il sindaco che a Caraffa, nel 2006, per approvarlo era stato convocato un consiglio comunale a sindaco dimesso, consiglio poi saltato per l’intervento del prefetto) che ha avuto un’accelerazione proprio mentre le elezioni determinavano un cambiamento al vertice della giunta regionale. Di iter così “accelerati” se ne sono visti tanti nelle stanze della Regione. Su questo certamente il primo cittadino, che è un dirigente della Cittadella (si occupa della Stazione unica appaltante), sarà d’accordo con noi. Nessuna invenzione, dunque, da parte nostra.
È, semmai, il sindaco a ridimensionare pro domo sua il parere contenuto nella Valutazione ambientale strategica, le cui considerazioni vanno ben oltre la “matrice esclusivamente ambientale”. E non ci pare banale neppure la proposta di spostare altrove i 300 alloggi: ma questa è una valutazione tecnica cui potrà rispondere meglio la ditta Grassetto, a cui i tecnici si appellano per valutare una nuova location per il quartiere. Su una cosa siamo d’accordo con il primo cittadino di Caraffa: continueremo a raccontare la vicenda basandoci soltanto sugli atti.

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