Il miracolo del compagno Stumpo
Mentre il centrosinistra si lecca le ferite un po’ ovunque, le urne calabresi regalano un’unica, granitica certezza: Nico Stumpo siederà di nuovo in Parlamento. Sebbene da sponde opposte e con propor…


Mentre il centrosinistra si lecca le ferite un po’ ovunque, le urne calabresi regalano un’unica, granitica certezza: Nico Stumpo siederà di nuovo in Parlamento. Sebbene da sponde opposte e con proporzioni diverse, il crollo ha travolto sia il Pd che Leu lasciando sul campo vittime illustri, ma il primo dei bersaniani di Calabria alla fine ce l’ha fatta: un risicatissimo 3,01% gli regala uno dei 14 seggi di Leu alla Camera. E così, alla faccia delle polemiche interne che hanno attraversato diverse province calabresi al momento della sua doppia candidatura a capolista, il 49enne di Cotronei rimane a Montecitorio.
Un simpatico siparietto su di lui lo ha regalato Enrico Mentana nella lunghissima maratona di La 7 quando, tra l’incredulo e il divertito, ha risposto con ironia a un inviato che si trovava nella sede nazionale di Leu e che, suo malgrado, gli aveva spiegato che alle sue spalle c’era una ressa di cronisti in attesa di una dichiarazione di Nico Stumpo sui risultati elettorali. E alla fine il suo commento, seppur laconico, è arrivato, primo tra le voci di Leu a commentare la sconfitta: «Dati al di sotto delle aspettative».
Geometra, poi iscritto a Ingegneria, il compagno Stumpo è il classico uomo di apparato. Già alla fine degli anni 80 faceva parte della Fgci (Federazione Giovanile Comunisti Italiani) romana. Dunque: prima il Pci, poi Rifondazione comunista, quindi l’approdo nella organizzazione giovanile dei Ds, in cui non ancora 30enne rivestiva l’incarico di responsabile per le politiche sociali. Nel 2001 è diventato responsabile del tesseramento dei Ds e poi anche membro della segreteria nazionale. Quindi venne il Pd, con un incarico nella direzione nazionale e il sostegno a Bersani nelle primarie del 2009. Nominato responsabile dell’organizzazione del partito nella segreteria nazionale, Stumpo è stato eletto con il Pd alla Camera nel marzo del 2013. A febbraio del 2017, invece, l’approdo nel gruppo di Mdp e, oggi, la riconferma. Un vero e proprio miracolo dovuto, più che al radicamento nel proletariato calabrese, ai buoni uffici romani che gli hanno consentito di piazzarsi a capo dei due listini della Camera.
Sergio Pelaia
s.pelaia@corrierecal.it