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POLITICHE 2018 | Chi sono (in pillole) i 30 parlamentari calabresi

CAMERA DEI DEPUTATI Barbuto Avvocato (la pattuglia dei legali è molto nutrita nella deputazione grillina), la sua citazione preferita nel corso della campagna elettorale è stata una frase di Eleano…

Pubblicato il: 06/03/2018 – 18:45
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POLITICHE 2018 | Chi sono (in pillole) i 30 parlamentari calabresi
POLITICHE 2018 | Chi sono (in pillole) i 30 parlamentari calabresi

CAMERA DEI DEPUTATI

Barbuto
Avvocato (la pattuglia dei legali è molto nutrita nella deputazione grillina), la sua citazione preferita nel corso della campagna elettorale è stata una frase di Eleanor Roosevelt: «Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni». Altra chicca: «Anche il tempo rema contro il Movimento Cinquestelle». Poi è arrivato lo tsunami.

Bruno Bossio
È la superstite del vecchio sistema che i calabresi hanno definitivamente rottamato. Decisivo il suo patto d’acciaio con il governatore Oliverio, da cui è dipeso il suo favorevole piazzamento in lista. Occuperà un posto alla Camera per la seconda volta senza aver mai avuto bisogno di raccogliere un voto personale. Benedetto sia il listino.

Cannizzaro
Vince, stravince, nel collegio della Piana-Locride. Alla Camera lui e Wanda Ferro sono stati gli unici argini al grillismo imperante. Lascia il consiglio regionale (al suo posto entrerà l’ex sindaco di Gioia Pedà) al termine di un’ascesa fulminea che in pochi anni lo ha visto trasferirsi dal consiglio comunale di Santo Stefano d’Aspromonte al Parlamento italiano. Rampante.

Dieni
A Reggio ha vinto la sfida più dura che il Movimento aveva davanti. Contro di lei c’era tutta la corazzata della destra post-missina, dei centristi redivivi e del leghismo scopellitiano. Li ha messi tutti all’angolo praticamente da sola. Impavida.

D’Ippolito
La sua è stata una campagna elettorale aggressiva. Ha preso di petto l’avversario più insidioso, Tallini, e ne ha trasformato la biografia in un romanzo giallo in cui al consigliere forzista era assegnata la parte dell’assassino efferato. Gli hanno creduto i lametini ma, soprattutto, gli hanno creduto tutti quei catanzaresi che Tallini lo votavano da un ventennio. Spregiudicato.

Ferro
Ha battuto l’unica punta di diamante (in termini di voti) che il Pd poteva vantare a questo giro elettorale. Censore si è fatto davvero male e adesso dovrà costruire il suo futuro lontano dalle istituzioni. La consigliera regionale, invece, inizia una nuova avventura alla Camera, dopo anni di tribolazioni. Revenant.

Forciniti
Il giovane avvocato è passato, a stretto giro, da una potenziale espulsione (dopo uno scontro con l’altro neodeputato Francesco Sapia) al seggio in Parlamento. L’ha messa giù dura contro l’euro («stritola gli Stati nazionali») mentre Di Maio apriva alla moneta unica. Insomma, è un tipo controcorrente. Da monitorare.

Furgiuele
Un paio di anni fa quasi gli ridevano dietro. Una segreteria di “Noi con Salvini” in Calabria? Inconcepibile e ridicolo. Lui, intanto, da carneade lametino, se ne va in Parlamento con un partito che potrebbe anche entrare nel governo. E a tutti gli insulti (legittimi o meno) risponde con un grande ciaone. Veggente.

Melicchio
Attivista di San Martino di Finita (pardon, Santa Maria Le Grotte), è laureato in Biologia all’Unical. Il suo profilo social mostra un’attitudine per la corsa (in Parlamento ci sarà da pedalare) e la predisposizione grillina anticasta, soprattutto calabrese. Dinamico.

Misiti
Vedi Vono (al Senato). Hanno fatto più discutere i suoi tweet (veri – e ci può stare – e pure inventati) contro Di Maio che il suo curriculum di ortopedico di fama. Si è parlato più della sua presenza alla Leopolda che delle trasferte umanitarie in Africa. È la campagna elettorale, bellezza. Però poi si vince.

Nesci
Torna in Parlamento grazie al piazzamento nel proporzionale ma toppa clamorosamente nel suo collegio, a Vibo, dove il M5S ottiene una percentuale da Partito democratico. La simpatia non è il suo forte ma è una battagliera: ha altri 5 anni per lottare. Ostinata.

Occhiuto
Il «miglior risultato italiano di Forza Italia» lo riporta nel Parlamento che frequenta ininterrottamente dal 2008. Fa politica dai tempi dell’università della Calabria (si è laureato in Scienze economiche e sociali) e ci tiene a ribadire di non aver mai perso un’elezione. Lo ricorda anche nel suo curriculum, in cui cita l’elezione «plebiscitaria» nel consiglio comunale di Cosenza nel 1993. Diciotto anni prima che suo fratello Mario ne diventasse il sindaco.

Orrico
Si poteva pensare che fosse più a proprio agio tra start up e idee innovative, ma chi la conosceva bene sapeva che si sarebbe destreggiata anche in campagna elettorale. Lo tsunami l’ha aiutata, gli avversari le hanno potuto al massimo rinfacciare la vicinanza a Pippo Callipo. Troppo poco.

Parentela
È stato l’unico parlamentare uscente a non misurarsi nel maggioritario. La sua è stata dunque una campagna elettorale vissuta nel segno della tranquillità. Potrà continuare a portare avanti le sue lotte per la salvaguardia dell’ambiente. Forse è stato l’unico parlamentare calabrese a cui il tema è interessato davvero. Mosca bianca.

Santelli
È donna di cuore più che di ragionamento politico, ha coccolato i suoi candidati migliori e li ha sponsorizzati al cospetto di Berlusconi. Si avvia a un nuovo mandato alla Camera da regina quasi assoluta del partito azzurro (Roberto Occhiuto la insidia un po’). Molti sono scontenti della sua gestione, ma di fronte alla tempesta perfetta dei grillini Fi ha tenuto botta. Coriacea.

Sapia
Parla senza timidezze della sua condizione di trapiantato e di calabrese costretto a ricorrere a cure fuori regione. La sanità è uno dei suoi cavalli di battaglia, assieme al sistema dei trasporti che penalizza la Sibaritide. Cioè il territorio che gli ha tributato un consenso super. Battagliero.

Scutellà
Altro avvocato, rossanese, in prima linea nella battaglia per il ripristino del Tribunale di Rossano, la nuova deputata del Movimento Cinquestelle, a proposito di citazioni ne riferisce una di Otto von Bismark: «Mentire è un’attività che si svolge copiosamente prima delle elezioni». Non ne abbiamo trovato traccia ma va bene lo stesso.

Stumpo
Ha fatto strame dei suoi compagni di partito di Leu. Si è voluto riservare l’unico posto sicuro anche a costo di perdere pezzi importanti della nuova formazione grassiana. Viene rieletto per uno zero virgola e giustamente esulta. Gli altri si rodono il fegato. Fine stratega.

Tripodi
Melitese, amica di Francesca Pascale, 35enne. È il prototipo della candidata del nuovo corso forzista. E non è neppure agli esordi. Dopo la militanza giovanile si è candidata alle Europee del 2014 dove è stata la tredicesima più votata di Fi nel Sud Italia con 15.923 preferenze. Predestinata.

Viscomi
La dignità della politica. Il prof ha condotto una campagna elettorale nel segno della responsabilità e della pacatezza. È il volto saggio ma nuovo del Pd calabrese. Una risorsa da sfruttare. Ma sarà davvero così? Va in Parlamento perché Renzi lo ha voluto capolista. Il segretario, in fondo, non ha sbagliato proprio tutto. Sicurezza.

SENATO

Abate
L’en plein grillino al Senato proietta l’avvocato di Corigliano a Palazzo Madama. L’attivista si è sempre occupata di tutela dell’ambiente. No Triv, dunque. «Ci vogliono vendere alle multinazionali del petrolio», dice. Era al quarto posto nel listino plurinominale. I bookmaker non la quotavano neppure. E invece…

Auddino
Non era nemmeno riuscito a farsi eleggere nel consiglio comunale di Polistena (2009), quando si schierò nella lista rossa capitanata dalla famiglia comunista dei Tripodi. Il Cammariere (impressionante la somiglianza) della politica si ritrova in Parlamento quasi a sua insaputa. Miracolato.

Corrado
Arriva alla politica partendo dall’archeologia. La sua battaglia per salvare punta Scifo l’ha imposta alle cronache nazionali. Poi la Soprintendenza archeologica di Cosenza ha emesso una fatwa nei suoi confronti. Gli elettori, invece, l’hanno incoronata con più del 50% dei voti. Sorpresa.

Granato
Dalla batosta alle Comunali di Catanzaro all’ingresso a Palazzo Madama. È passato un anno ma sembra una vita fa. Laureata in Lettere classiche, l’insegnante era stata designata dal web come candidata papabile per il ministero dell’Istruzione. Va bene l’onda lunga a cinquestelle, ma non esageriamo.

Magorno
Il Pd affonda, lui resta a galla. Da segretario regionale del Pd si era ritagliato l’unico posto che garantiva un’elezione sicura. Tornerà in Parlamento senza avere più l’onere di guidare un partito derelitto. Chiamatelo fesso.

Mangialavori
Si è preso la sua rivincita, eccome se se l’è presa. L’anno scorso era stato sbattuto fuori dal consiglio regionale per fare posto a Wanda Ferro, oggi entra a Palazzo Madama quale capolista di Fi e, grazie a una messe di voti nel Vibonese, consegna la vittoria nel maggioritario proprio alla pasionaria di Catanzaro. Tenace e generoso.

Morra
Per uno che non aveva mai votato prima del 2013, arrivare al secondo mandato in Senato non è esattamente un risultato da poco. Eloquio forbito, citazioni colte (a volte un po’ troppe…), aria da saggio senza essere vecchio. Qualcuno è arrivato a dire che i 5 Stelle calabresi non lo volevano. È finita con un boom di consensi alla Parlamentarie e più del 48% nel collegio uninominale del Senato. Solido.

Salvini
Ha riempito un teatro, ha incanalato la storica rabbia dei calabresi, ha promesso di tornare a Reggio da premier e ha pronunciato facili ovvietà («la ‘ndrangheta mi fa schifo»). È anche riuscito a cancellare dalla coscienza dei meridionali le sue menate anti-terroni. Ha vinto lui, il senatore leghista di Calabria. Visionario e faccia tosta.

Siclari
A Roma è un volto noto, ma in Calabria, fino a un mese fa, non lo conosceva quasi nessuno. Ora rappresenterà la regione in Senato. Il suo successo nel maggioritario di Reggio-Gioia è ancora più rilevante perché è l’unico che Fi è riuscito a strappare allo strapotere dei 5 stelle. Rivelazione.

Vono
Vedi Misiti. Dice il saggio che il Pd, per far eleggere i propri candidati, avrebbe dovuto candidarli nel Movimento Cinquestelle. E lei in effetti è stata vicina ai dem soveratesi. Hanno fatto discutere anche le sue foto nel circolo dei Lions: ma discutere così tanto che è riuscita a battere Piero Aiello.

Pietro Bellantoni
Pablo Petrasso
redazione@corrierecal.it

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