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La Calabria “depiddizzata” analizza il voto

COSENZA La Calabria nell’esprimere il voto è stata categorica. Il tacco dello stivale italico è tutto di colore giallo, solo una macchia blu e nessuna macchia rossa. Significa en plain del Movimento…

Pubblicato il: 07/03/2018 – 19:02
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La Calabria “depiddizzata” analizza il voto
La Calabria “depiddizzata” analizza il voto

COSENZA La Calabria nell’esprimere il voto è stata categorica. Il tacco dello stivale italico è tutto di colore giallo, solo una macchia blu e nessuna macchia rossa. Significa en plain del Movimento 5 stelle, due parlamentari per il centro destra, nessuno per la coalizione di centro sinistra. Tutto è ovviamente riferibile alla sfida per il collegio uninomninale. Delle percentuali di voto e di flusso alle urne si è discusso nella sala stampa dell’aula magna Benamino Andreatta dell’università della Calabria. La consueta analisi del voto che, puntuale dopo tre giorni dalla chiusura delle urne, vede confrontarsi i docenti della facoltà di Scienza politica e i protagonisti della sfida elettorale. Dopo i professori a prendere parola sono state le tre deputate Enza Bruno Bossio, Jole Santelli ed Anna Laura Orrico.

IL VOTO Per il movimento del comico Beppe Grillo le percentuali del voto raddoppiano. Tiene il centrodestra mentre quelle del Partito democratico si dimezzano. I dati di riferimento sono quelli delle elezioni politiche del 2013 e spicca all’occhio come tra gli effetti tangibili del “Rosatellum”, che in questi giorni si sta rilevando particolarmente lacunoso, su un punto è stato particolarmente efficace: il rispetto della parità di genere. Le donne elette sono infatti 14 mentre 16 sono gli uomini. Nove sono i parlamentari riconfermati e 21 quelli nuovi. Come spiegato dal professore Antonio Costabile in termini assoluti di guadagno di voti a stravincere è stata la Lega di Matteo Salvini. I verdi padani hanno incassato 4 milioni di voti in più rispetto alle ultime politiche e contestualmente il Pd ne ha persi 2,6. Il M5s ha preso 10 milioni di voti anche se il primo partito rimane ancora quello delle persone che non si recano alle urne stimato in 12 milioni di persone.

QUALE GOVERNO? La grande incognita a questo punto è in che modo il presidente della Repubblica lavorerà per garantire un governo che riesca a portare avanti un progetto politico. Per il docente Guerino D’Ignazio le ipotesi sono tre. “Il governo di alcuni” che però è di difficile realizzazione, “Il governo di tutti” che però altro non garantirebbe se non uno stallo politico e “Il governo di nessuno” . Uscendo dai confini nazionali però è interessante notare come i pentastellati siano l’unico “partito” anti sistema a crescere. Lo spiega il professore Francesco Raniolo. «Il centrosinistra – spiega – ha dissipato dei voti negli anni, c’è stata una difficile centralizzazione della leadership e mentre tutti i movimenti europei sono crollati, in Italia l’impennata è stata considerevole». Una striscia rossa proiettata su di un monitor ne dimostra in termini numerici la portata.

CALABRIA «Viviamo in una Calabria “depiddizzata”». Chiosa cosi il professore Domenico Cersosimo. Lascia la palla alle tre deputate calabresi che in fretta si sostituiscono ai docenti. Una diversa visione della politica, certo, in bilico e con le labbra serrate ma che però lascia trasparire alcune indicazioni. La prima quella della Bruno Bossio: «Noi stiamo all’opposizione di questo governo, non ci possono chiedere di essere responsabile. Non siamo riusciti a dare risposta al disagio materiale in cui vive la nostra regione». Sul bilancino politico Jole Santelli poggia il Pd. «Dove i democratici non hanno messo in campo dei candidati di spessore tutti i voti sono confluiti nel Movimento 5 stelle. Penso al collegio di Vibo Valentia – dice Santelli – dove Wanda Ferro è riuscita a vincere il collegio e la sfida elettorale è stata equilibrata».

GENERAZIONE PRECARIA Primo microfono da “onorevole” per Anna Laura Orrico. Sulla politica di governo ancora non può pronunciarsi ma vista l’ondata pentastellata ci tiene a presentarsi. «Vengo da una famiglia che mi ha cresciuto con valori di sinistra. Non me ne vergogno. I docenti che oggi hanno analizzato il voto sono gli stessi con cui ho sostenuto i miei esami da studentessa universitaria. Penso che il voto al nostro movimento – evidenzia Orrico – sia un voto che rappresenta la mia generazione. Una generazione che si è riconquistata uno spazio virtuale quando quello che garantivano i partiti è scomparso».

Michele Presta
redazione@corrierecal.it

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