LAMEZIA TERME «Stiamo uscendo da una crisi decennale, che ha lasciato ferite profonde. Ai segnali di ripresa, che nel Mezzogiorno hanno riguardato più l’industria che non il primario, non è ancora corrisposta una reale diminuzione della povertà, che è anzi aumentata. E anche il lavoro è cresciuto privilegiando quello a bassa retribuzione. Per questo insistiamo affinché non si perdano di vista i tanti divari che ancora frenano il Paese, e auspichiamo che l’attuale governo apra una nuova fase di dialogo sociale per risolvere, insieme a noi, i tanti dossier che riguardano le nostre categorie, dalla bonifica al caporalato agricolo, dalla valorizzazione del lavoro idraulico-forestale al rilancio della pesca». Lo ha detto il segretario generale nazionale della Fai Cisl, Onofrio Rota, intervenendo a Lamezia Terme in un incontro con tutte le federazioni regionali del Sud sui temi della bonifica.
«La chiave di volta – ha affermato il sindacalista – sta nel mettere il lavoro dignitoso, ben contrattualizzato, professionalizzato, al centro delle nostre politiche di crescita, per questo siamo orgogliosi di aver rinnovato il contratto nazionale degli operai agricoli e florovivaisti puntando su welfare, formazione, bilateralità, salario, legalità; ora abbiamo lanciato anche la campagna #SosCaporalato e chiediamo un rinnovato impegno, da parte di tutti, per contrastare lo sfruttamento con la piena applicazione della legge 199».
«Il settore della bonifica – ha poi sottolineato Rota – è strategico per i territori, ed è un esempio rappresentativo delle forti relazioni che intercorrono tra le risorse ambientali e le opportunità di crescita e sviluppo. Al centro di queste relazioni c’è il lavoro. Quello che impegna i tanti addetti che contribuiscono alla messa in sicurezza del territorio. A riguardo, le politiche di prevenzione del dissesto idrogeologico sono divenute oramai irrinunciabili, come ricordato anche dal Presidente Mattarella lo scorso mese in occasione del ventesimo anniversario della tragedia di Sarno. Valorizzare bacini e fiumi, ottimizzando al massimo le risorse idriche per l’uso agricolo, industriale e civile, riducendo al minimo la dispersione delle acque e l’impatto ambientale del mondo produttivo, è un obiettivo che ci vede impegnati da sempre. E con gli attuali strumenti della contrattazione e della bilateralità è possibile fare molto. Possiamo contare su contratti equilibrati e innovativi, capaci di sostenere la competitività e tutelare la dignità di chi lavora, rafforzando la formazione, l’innovazione, la premialità delle imprese più virtuose. Una sfida complessa, certo, ma che dobbiamo saper affrontare, insieme, se veramente abbiamo a cuore la centralità del territorio nello sviluppo del Paese, puntando sulla sua salvaguardia, su una pianificazione che superi la logica emergenziale, sulle potenzialità di un’economia multifunzionale e sociale della bonifica».
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