Riceviamo e pubblichiamo:
A parte il titolo, che contiene una leggera forzatura ma al quale si deve riconoscere un minimo di fondamento, nell’articolo a firma di Gaetano Megna uscito ieri sul Corriere della Calabria non ritrovo alcunché di coincidente con le mie dichiarazioni né, tantomeno, con le mie intenzioni. In genere il titolista forza i contenuti e i toni del testo da pubblicare per attirare l’attenzione del lettore, andando a volte al di là della volontà del giornalista; in questo caso, invece, mi sembra che il titolo sia la parte più sensata di tutto il pezzo, benché anch’esso risulti fuorviante rispetto ai contenuti della polemica di cui fa mostra di voler dare conto.
Poiché il tempo, mio e dei lettori, è prezioso, mi limito a deplorare che sia stata spacciata per sintesi della nota da me inviata alla stampa qualche giorno fa per rispondere ad un attacco virulento dell’assessore De Luca – il tema è sempre il progetto “Antica Kroton” – l’interpretazione del tutto personale di alcuni passaggi di quella nota data dal Megna.
Lo scopo è chiaro: distrarre l’attenzione dai contenuti della mia replica, che ribadiscono una critica al progetto fondata esclusivamente su dati tecnici e sull’interesse della comunità. Quelle contestazioni vengono bellamente ignorate dal Megna, mentre tutto si focalizza sul mio presunto attacco al docente dell’università del Salento che secondo De Luca avrebbe avallato la strategia comunale e alla Procura.
Da cosa risulterebbe questo duplice attacco? Dall’avere io segnalato che il professore dell’ateneo leccese è un etruscologo e che il sindaco più d’una volta, alludendo alle schede di progetto relative agli interventi pensati dal Comune (schede in gran parte ancora ignote persino al ministero, cui spetta valutarne la compatibilità con le esigenze prioritarie della tutela), mi ha riferito di averle condivise con il Procuratore. È lecito che esprima il mio stupore per una tale affermazione del sindaco?
Da qui, il passo verso il delirio è breve: se il titolo dell’articolo, esagerando ma mantenendo una certa circospezione, recita: Corrado “coinvolge” la Procura, nell’articolo la prudenza scompare e si legge di me: “tira nella polemica il procuratore della Repubblica, che avrebbe condiviso con il sindaco le ‘schede elaborate’…, poiché: “sembra che nel ragionamento della senatrice M5s si mettano in collegamento anche il docente dell’Università del Salento e il procuratore Capoccia, entrambi leccesi”.
Vogliamo proprio giocare al complotto, allora aggiungo un terzo elemento all’attenzione del Megna: lunedì 9 luglio sarò a Lecce, in qualità di Senatrice, dunque investita di poteri ispettivi, e membro della Commissione Cultura, per un sopralluogo in un cantiere archeologico. Significa che ho dichiarato guerra alla città salentina?!
Margherita Corrado
senatrice M5S
Se la senatrice Corrado rileggesse con maggiore attenzione l’articolo scoprirebbe che il suo testo (poco più di una paginetta) è stato ampiamente riportato e virgolettato. D’altronde si tratta di una riproposizione di argomenti ampiamente trattati dalla senatrice in più occasioni, l’unica novità è proprio rappresentata dal riferimento al procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Crotone e al docente dell’università del Salento di Lecce. L’interpretazione non è quella giusta? Mi dispiace, ma per come il ragionamento è stato collocato nel testo si intuisce quello che è stato scritto nell’articolo. Il delirio, purtroppo, è una prerogativa dei nostri tempi, io me ne sono fatto una ragione. Lecce è una bella città, senatrice si goda la sua bellezza. (gm)
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